Denuncia la sua famiglia per maltrattamenti e nozze forzate. La ospita, in casa sua, la preside della sua scuola
27 aprile 2023, ore 08:00 , agg. alle 09:48
Questa notte la ragazza di 19 anni di origini indiane, residente in provincia di Modena ha dormito a casa della preside. L'unica persona disposta ad ospitarla dopo la denuncia e le cinque ore passate in commissariato, racconta il suo legale
Dopo aver denunciato i familiari per maltrattamenti e costrizione al matrimonio, questa notte ha dormito a casa della preside, l'unica persona disposta ad ospitarla dopo cinque ore passate in commissariato. Lo ha spiegato l'avvocata Barbara Iannuccelli, raccontando la storia della sua giovane assistita, una ragazza di 19 anni di origini indiane, residente nel Modenese. "Un'altra Saman che si cerca di salvare, ma la burocrazia non riesce a farsene carico", si è sfogata l'avvocato,
PARALLELI TRA DUE STORIE
Con le sue parole è lo stesso avvocato a fare un parallelo con la tragica vicenda della 18enne pachistana, morta a Novellara di Reggio Emilia due anni fa, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. L'ipotesi di accusa, il processo è in corso, è che l'abbiano assassinata cinque parenti dopo che si era rifiutata di sposare un cugino in patria. La giovane indiana starebbe vivendo un incubo simile e ha chiesto aiuto. "Ieri (Martedì 25 aprile)- racconta l'avvocata - ho ricevuto una richiesta da parte di questa ragazza. Era andata a scuola, ma una volta arrivata a casa i familiari le hanno sequestrato il cellulare. E' riuscita a comunicare con me grazie ai social, mi ha chiesto di vederci questa mattina. Padre, madre, zio e nonna la picchiano, la tengono segregata e le hanno preso i documenti perché rifiuta un matrimonio forzato, si è innamorata di un altro ragazzo".
LA DENUNCIA
Ieri Iannuccelli l'ha accompagnata a sporgere denuncia in un commissariato del Bolognese, ma "non c'era nessuna possibilità di collocamento in protezione, se non metterla da sola in un bed and breakfast e, se volevo, avrei potuto dormire io con lei". E così dopo cinque ore "è stata affidata alla preside, una privata cittadina che si prende cura di lei, mettendo a repentaglio la sua incolumità perché la famiglia la sta cercando. Io mi sarei aspettata che lo Stato rispondesse: è un codice rosso, sono reati gravissimi. Invece dopo cinque ore di pianti, cinque ore di paura perché nel frattempo i familiari la vogliono riportare all'inferno, ci si schianta contro la realtà. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati". Nella scuola la giovane avrebbe trovato persone attente alla sua delicata situazione, a cui appoggiarsi, trovando infine il coraggio di denunciare.