14 novembre 2024, ore 17:30
Più di 800 milioni di persone nel mondo soffrono di diabete, circa 630 milioni in più rispetto a tre decenni fa. In Italia, 3,9 milioni di persone hanno la patologia
Il diabete continua a diffondersi vorticosamente. Nella giornata mondiale dedicatagli, uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista The Lancet ha rilevato un significativo incremento globale dei casi di diabete, con tassi più che raddoppiati in 30 anni: attualmente, più di 800 milioni di persone nel mondo soffrono di diabete, circa 630 milioni in più rispetto a trent’anni fa. Nella penisola 3,9 milioni di persone hanno il diabete ma si stima pure che almeno un ulteriore milione e mezzo abbia la malattia senza ancora aver ricevuto una diagnosi, senza averla scoperta.L’analisi compiuta ha preso in esame i valori della glicemia a digiuno e dell’emoglobina glicata (HbA1c) e le informazioni sul trattamento del diabete di 141 milioni di persone di età pari o superiore a 18 anni nell’arco di tre decenni, fornendo le tendenze dal 1990 al 2022 nella prevalenza di questa malattia metabolica e nel trattamento in 200 paesi e territori di tutto il mondo.Lo studio raggruppa il tipo 1 e 2 senza distinzioni . Il tipo 1 è la malattia autoimmune in cui l’organismo distrugge le cellule del pancreas che producono insulina, il diabete di tipo 2 è il disturbo metabolico che impedisce al corpo di utilizzare correttamente l’insulina . I risultati evidenziano l’urgenza di misure volte a tenere sotto controllo questa tendenza.
Le differenze e le diete
Il diabete di tipo 2 può essere prevenuto, ma il controllo approssimato di alcuni fattori di rischio e, in particolare, gli alti tassi di obesità, la cattiva alimentazione e i livelli di attività fisica molto bassi sono tra i principali responsabili dell’aumento dei casi.Oltre 800 milioni di persone nel mondo, circa 3,9 milioni in Italia, hanno il diabete. Nello specifico, i risultati del nuovo studio, condotto dagli scienziati della rete NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC) in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), indicano che 828 milioni di adulti di età pari o superiore ai 18 anni soffrono di diabete, con un aumento di circa 630 milioni negli ultimi 30 anni. Nel periodo preso in esame i tassi di diabete sono aumentati in 131 Paesi, Italia inclusa, anche se gli aumenti maggiori si sono verificati nei Paesi a basso e medio reddito nel Sud-est asiatico (come in Malesia) nell’Asia meridionale, in particolare in Pakistan, nel Medio Oriente e in Nord Africa, come in Egitto. Importanti incrementi si sono verificati anche in America Latina e nei Caraibi, in particolare in Giamaica, Trinidad e Tobago e Costa Rica. Più della metà dei casi globali di diabete risulta concentrata in quattro Paesi: più di un quarto delle persone con diabete (212 milioni) vive in India, 148 in Cina, 42 milioni negli Stati Uniti e 36 milioni in Pakistan. In Indonesia e Brasile, i casi di diabete sono circa 25 milioni e 22 milioni. E ancora si legge nell’indagine, in alcuni Paesi del Pacifico, dei Caraibi, del Medio Oriente e del Nord Africa, più del 25% della popolazione femminile e maschile soffre di diabete, mentre gli Stati Uniti (12,5%) e il Regno Unito (8,8%) hanno registrato i tassi di diabete più elevati tra i paesi occidentali ad alto reddito. Al contrario, i tassi di diabete sono diminuiti del 2-4% nelle donne che vivono in Francia, Danimarca e Spagna, e del 3-5% negli uomini che vivono in Danimarca, Francia, Uganda, Kenya, Malawi, Spagna e Ruanda.
In Italia, il tasso di diabete è aumentato dello 0,8% nelle donne e del 4,7% negli uomini negli ultimi 30 anni, per un totale di circa 3,9 milioni di italiani che soffrono di diabete sino al 2022.
Come si spiega l’aumento dei casi di diabete
L’aumento dei casi di diabete, dicono i ricercatori, può essere spiegato solo in parte da fattori come l’invecchiamento della popolazione – con l’aumento dell’aspettativa di vita, perché ci sono più persone anziane, che hanno un più alto rischio di sviluppare diabete di tipo 2 – e l’aumento delle diagnosi precoci. Un fatto decisivo nell’aumento dei casi di diabete include l’incremento dei tassi di sovrappeso e dell’obesità nella popolazione. “I tassi di diabete – spiegano gli autori dello studio – erano già elevati o sono aumentati di più in alcune delle regioni in cui l’obesità era o è diventata prevalente, come nelle nazioni insulari del Pacifico e nei Caraibi, in Medio Oriente e in Nord Africa, rispetto ai Paesi ad alto reddito in Europa, Asia orientale e Pacifico, dove obesità e diabete non sono aumentati o sono aumentati in misura relativamente piccola”. Oltre a sovrappeso e obesità, un altro fattore che può influenzare il rischio di diabete è il consumo di cibi ultra-processati e zuccherati. “I carboidrati raffinati, compresi quelli nelle bevande zuccherate, aumentano questo rischio” ricordano gli esperti, evidenziando inoltre come il contribuito di bassi livelli di attività fisica determini “un triangolo di fattori indesiderati” che aumenta il rischio di diabete che può comportare un rischio maggiore di malattie cardiovascolari, ipertensione, declino cognitivo, osteoporosi e perdita delle dita di mani e piedi. “Considerate le conseguenze invalidanti e potenzialmente fatali del diabete – ha affermato la dottoressa Ranjit Mohan Anjana, coautrice dello studio e presidente della Madras Diabetes Research Foundation in India – prevenirlo attraverso una dieta sana e l’esercizio fisico è essenziale per una salute migliore in tutto il mondo”.
“I nostri risultati – ha aggiunto l’esperta – evidenziano la necessità di avere politiche più ambiziose, soprattutto nelle regioni del mondo a basso reddito, che rendano maggiormente accessibili trattamenti efficaci, limitino gli alimenti non sani e migliorino le opportunità di fare esercizio fisico, attraverso misure come sussidi per alimenti sani e pasti scolastici sani e gratuiti, e promuovano luoghi sicuri per camminare e fare esercizio fisico, incluso l’ingresso gratuito a parchi pubblici e centri fitness”.