Diamo i numeri...tanto è gratis!
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15 giugno 2015, ore 09:40 , agg. alle 10:49
Comincia il periodo d'oro del calciomercato, la Fiera dei Sogni. E delle bufale.
Da oggi, vale tutto o quasi. Ci prepariamo ad entrare nella fase-calda del mercato, che monopolizzerà attese e desideri dei tifosi per due mesi e mezzo. Un'enormità, da riempiere in qualche modo. Anche ricorrendo a notizie gonfiate, se non completamente inventate. Maneggiare con cura.
200 milioni di Euro. Secondo la stampa inglese, è la cifra che il Chelsea di Mourinho potrebbe arrivare a sborsare, pur di convincere la Juventus a cedere Paul Pogba. Una follia, ma soprattutto molto probabilmente una balla colossale. Utile a piazzare qualche copia, ma attenzione, non solo. Non-Notizie come questa, buone per le cronache marziane, hanno un loro senso: smuovono le acque, preparano il campo, consentono ai giocatori di piazzare le pedine, prima di cominciare a giocare sul serio. E' chiaro che Pogba non verrà pagato 200 milioni (a meno che Abramovich non impazzisca definitivamente e venda il suo mega-yacht da 40 metri), ma il segnale c'è: all'asta per il presunto fenomeno della Juve si iscrive anche il Chelsea, non solo il Psg degli sceicchi.
E i Campioni d'Italia godono, perché possono condurre le danze e cominciare a contare i soldi. E' il Calciomercato, bellezza, e non puoi farci niente.
Alla Fiera dei Sogni, dopo anni di assenza, si è iscritto anche il Milan, che vuole far tornare Ibra e punta al carissimo Martinez del Porto. Appena un anno fa, era il trionfo dei 'Parametri Zero', antipasto dei 'Tituli Zero' e delle soddisfazioni ancora meno. A far cambiare gli umori dei tifosi, del resto, a volte basta far balenare un nome - un sogno appunto - stando attenti ai bruschi risvegli.
Prendete il Napoli dell'anno scorso: in estate, il Presidentissimo De Laurentiis parlò apertamente di scudetto e i giornali si scatenarano per mesi a parlare di Mascherano e gente simile. Alla fine, gli Azzurri presero David Lopez e Michu (chi?!). Lo scudetto lo hanno visto con il telescopio (il binocolo non sarebbe bastato). Risultato: stadio spesso semivuoto, sensazione di disillusione perenne, nonostante una semifinale europea e una Supercoppa italiana.
La morale è semplice: il Calciomercato è materia affascinante, ma da maneggiare con estrema cura. E a raccontare balle non sono solo i giornalisti (che pure in questo campo lo fanno, eccome). Le Società stanno al gioco, anzi spesso lo alimentano, per strategia e non di rado per disperazione.
Come forzare la mano, del resto, ai più influenti procuratori?! Uno come Mino Raiola è nettamente più potente - nel calcio del terzo millennio - di un Berlusconi. Piaccia o non piaccia (a me non piace), è così: comandano loro, riuscendo a imporre ai calciatori tattiche, dichiarazioni e scelte. Tranne poche eccezioni in via d'estinzione - pensate a Totti, seguito da sempre anche dalla...mamma - il giocatore si affida completamente a loro.
Un'involuzione robotica, a cui il tifoso dovrebbe opporre un certo distacco, ma come si fa? Il calcio è passione, cuore, maglie e colori. Tutti i Raiola del mondo non potranno mai cambiare questa semplice verità: alla squadra del cuore, alla fine, perdoneremo sempre tutto. Anche i parametri zero.
Se mi prendi Ibra, però, è meglio...