17 aprile 2020, ore 16:42
A scatenare l’ira dei giocatori nerazzurri non fu tanto la maglia gettata a terra da Balotelli, ma il fatto che avesse dichiarato prima della partita la sua volontà di giocare male
Che notte, quella notte
Stadio Giuseppe Meazza, 10 aprile 2010. Lunedì prossimo saranno passati dieci anni. Ma i tifosi nerazzurri si ricordano bene di quell’Inter-Barcellona. Finì 3-1 per la squadra di Mourinho. E quella viene unanimemente considerata coma la partita più esaltante dell’Inter moderna. Più della finale di Madrid contro il Bayern Monaco, giocata poco più di un mese dopo e vinta 2-0, con conquista della Champions League dopo 45 anni di attesa e annesso storico triplete.
Barcellona stellare, ma battuto
Quel Barcellona era davvero la squadra più forte del mondo, superiore a quello attuale. I blaugrana giocavano a memoria, associando l’applicazione della dottrina di Guardiola e l’immensa qualità tecnica degli interpreti in campo. Oltre a Messi, che c’è ancora adesso, in attacco c’era Ibrahimovic (che aveva lasciato l’Inter per vincere qualcosa a livello internazionale, a volte il destino è beffardo) a centrocampo giganteggiavano Xavi e Iniesta, in difesa ringhiava Puyol schierato a fianco di Piqué. L’inizio della partita sembrava seguire “il corso delle cose”: al diciannovesimo minuto Pedro aveva portato in vantaggio il Barça. Poi però c’era stata la rivoluzione: pareggio quasi immediato di Sneijder, poi a inizio ripresa gol sorpasso di Maicon e terzo sigillo di Milito. Nell’ultima mez'zora eroica resistenza, con Julio Cesar, ma anche Lucio, sugli scudi.
La nota stonata
Abbiamo seguito centinaia di partite a san Siro, poche volte abbiamo vissuto quel clima da serata perfetta; una situazione simile si era creata nel 1989 in Milan-Real Madrid 5-0, anche quella era una semifinale di Coppa dei Campioni. Per l’Inter c’era ancora da giocare la difficilissima gara di ritorno al Camp Nou; e poi l’eventuale finale. Ma da quel momento i nerazzurri hanno capito che potevano crederci. In quella notte però ci fu una nota stonata: l’ingresso in campo di Mario Balotelli al posto di Milito, a un quarto d’ora dalla fine. In un momento topico in cui tutti stavano dando il massimo e anche qualcosa di più, Balotelli entrò svogliato e supponente e mise a rischio l’impresa costruita dai suoi compagni. Fischiato dai tifosi, si tolse la maglia e la gettò a terra. Forse Mario era deluso per non aver giocato dall’inizio, visto come è andata sicuramente Mourinho aveva preso la giusta decisione.
La resa dei conti nello spogliatoio
A fine partita, Balotelli venne letteralmente aggredito dai compagni nello spogliatoio. Marco Materazzi lo sollevò di peso e gli diede una lezione. Ora a quasi dieci anni di distanza, il difensore ha svelato cosa successe davvero. Lo ha fatto in una chat con lo chef Davide Oldani, grande tifoso interista. Ed ecco cosa ha raccontato Materazzi: “Io voglio bene a Mario, ma una volta nella famosa partita della maglia gettata a terra contro il Barcellona, se l’era proprio meritata. Oggi siamo tornati a essere più che amici, praticamente fratelli. In quella circostanza fece una cosa che non doveva fare, giocare male; il discorso della maglietta passò in secondo piano. Prima della partita, sul pullman ci disse che sarebbe entrato e avrebbe giocato male. A quel punto gliele promisi. Quando entrò, fece un’azione tirando da fuori anziché andare in contropiede: c’era Milito in panchina che lo voleva ammazzare. Noi credevamo in lui, fece tanti gol con i quali contribuì alla vittoria finale. Dopo il Barça dissi a Mourinho di schierarmi nelle partitelle contro Balotelli. Così in pochi secondi se ne sarebbe andato negli spogliatoi...”.