Dieci anni fa la morte di Muhammar Gheddafi, il leader libico venne assassinato, a Sirte, dagli oppositori al suo regime
20 ottobre 2021, ore 17:00
Il colonnello venne catturato, linciato e ucciso mentre cercava di fuggire da Sirte, la sua città natale. Si chiuse, così, una dittatura durata per oltre 42 anni
Dieci anni fa la Libia, che veniva da una dittatura del colonnello durata 42 anni, con il suo assassinio credeva di aver guadagnato una fase di democrazia e libertà. Il Paese, invece, precipitò in un caos totale nel quale emerse la debolezza dei suoi leader politici, pronti solo al proprio interesse e non a quello della Libia.
Storia di un assassinio
Il 20 ottobre del 2011 un lungo convoglio con centinaia di miliziani ancora fedeli al colonnello provò a lasciare Sirte per dirigersi a Sud, verso il deserto. Furono i droni e gli aerei della Nato a individuare la colonna di auto, a fermarne la testa con un paio di missili e a indirizzare i ribelli di Tripoli e Misurata che erano arrivati nella città gheddafiana. Il colonnello venne catturato all’interno di un canale di scolo delle acque, una fogna. Brutalizzato, fu ucciso mentre era nelle mani dei ribelli. Il suo cadavere venne trasferito in una cella frigorifera industriale a Misurata, lasciato per terra per 4 giorni, esposto al dileggio e ai selfie dei ribelli e della popolazione civile che voleva constatare, di persona, che il responsabile di quei 40 anni di violenza e terrore fosse veramente morto.
La democrazia e la libertà non sono mai arrivate
L’obiettivo dei Paesi europei che hanno appoggiato l'omicidio di Gheddafi era trovare dei nuovi capi che aprissero il Paese a chi quella guerra aveva avviato. Ma la fase in cui le potenze straniere avrebbero dovuto costruire un nuovo Stato libico, non è andato come previsto. Lo Stato libico non esisteva: esisteva un regime che Gheddafi aveva governato con violenza e con concessioni a tutti i livelli, tribù, città, leader locali e collaboratori più o meno vicini. Sostituire quel sistema con qualcosa di stabile ancora non è stato possibile. Ad oggi il governo caotico e frammentato della Libia ha portato a 3 fasi successive di guerra civile, all’inserimento ormai stabile della presenza militare di Stati stranieri (innanzitutto Turchia, Russia, Emirati Arabi) nelle dinamiche dello scontro militare fra le fazioni.
Il miraggio di elezioni democratiche
La spirale di violenze e divisioni, supportate da ingerenze straniere, si è interrotta solo l'anno scorso, quando è stato istituito un Governo di Accordo Nazionale, favorito delle Nazioni Unite, per guidare il Paese verso elezioni previste per il 24 dicembre prossimo. Vedremo se effettivamente la Libia riuscirà ad arrivare ad elezioni per quella data. Nel frattempo, i movimenti politici verso quell’appuntamento sono fortissimi. La novità maggiore è che proprio a 10 anni dalla morte di Gheddafi, sta emergendo forte la possibilità che suo figlio Saif ritorni in campo politicamente. Saif el Islam era fra tutti i figli di Gheddafi l’unico che avrebbe potuto rivestire un ruolo politico. Si era preparato a farlo, abbracciando una linea riformista rispetto a quella del padre e dei suoi consiglieri più potenti. Ma la rivolta del febbraio 2011 aveva costretto Saif ad estremizzarsi, a lanciare slogan per mobilitare il regime contro l’assalto dei ribelli.