Diodato, Cosa siamo diventati? Poco cuore e molto social
Diodato: "Cosa siamo diventati? Poco cuore e molto social"
01 febbraio 2017, ore 07:00 , agg. alle 16:22
Ecco a RTL.it il nuovo album del cantautore che si è imposto a Sanremo 2014 con "Babilonia"
E' uscito per Carosello Records "Cosa siamo diventati" il nuovo album di Diodato (anticipato dal singolo "Mi si scioglie la bocca") che torna a tre anni di distanza dall'ultimo album di inediti "E forse sono pazzo". Dopo aver partecipato al Festival di Sanremo 2014 nelle Nuove Proposte con "Babilonia", Diodato ha girato anche l'Italia per Che tempo che fa cantando e suonando i capolavori italiani degli Anni 60. Poi il silenzio, l'analisi di se stesso e il risultato: un album ben prodotto, scritto e pensato in un mondo più attento al chiasso virtuale dei social network che ai rapporti umani. Ecco Diodato a RTL.it.
Cosa siamo diventati oggi nel 2017?
Volgendo lo sguardo attorno direi che sicuramente c'è una difficoltà nei rapporti umani, una schizofrenia dovuta anche ai social che si sviluppa tra le persone. Diciamo che c'è una alienazione dei rapporti umani.
E tu come ti poni in tutto questo?
Lo racconto in questo disco pongo sul piano un vissuto fatto di carne, anime che superano talvolta anche il corpo.
Il risultato qual è stato?
In questo percorso di autoanalisi posso dire che sono più consapevole, guardarmi e soffermarmi a lungo anche sulle mie insicurezze ha aiutato molto a conoscermi meglio. Certo ci sono i lati negativi, i nostri limiti che è bene conoscere con la consapevolezza che è inutile costruirci attorno o sopra qualcosa di buono perché non serve.
Cosa hai fatto in questi tre anni di assenza?
Viaggiato, mi sono fermato a lungo, ho composto musica. Ho riflettuto a lungo agli errori fatti in una relazione che ho vissuto a lungo... In silenzio.
Senza social network?
Ecco, vedi... I social sono importanti certamente perché ci teniamo in contatto con le persone che ci vogliono bene o con i nostri fan. Non mi piacciono però le esasperazioni. Ti racconto questo aneddoto: sono stato in montagna con alcuni miei amici musicisti e ad un certo punto è arrivata una tormenta di neve. I cellulari non prendevano. Panico. Tutti si chiedevano cosa sarebbe successo. Abbiamo invece passato le ore più belle di sempre perché abbiamo vissuto lontano dai cellulari.
Qual è la sensazione che hai?
Che tutti vogliono essere altrove. Se siamo tutti insieme al ristorante c'è sempre quel momento in cui qualcuno prende il cellulare e si mette a chattare con qualcuno che sta anche a mille km di distanza.
Non hai pensato di tornare a Sanremo?
E' stata una scelta dettata anche dalla nuova collaborazione con l'etichetta Carosello. Volevamo presentare questo progetto con semplicità, con ascolti mirati in modo che arrivasse il messaggio nel cuore delle persone. Ci stiamo riuscendo e sono molto contento.
Volgendo lo sguardo attorno direi che sicuramente c'è una difficoltà nei rapporti umani, una schizofrenia dovuta anche ai social che si sviluppa tra le persone. Diciamo che c'è una alienazione dei rapporti umani.
E tu come ti poni in tutto questo?
Lo racconto in questo disco pongo sul piano un vissuto fatto di carne, anime che superano talvolta anche il corpo.
Il risultato qual è stato?
In questo percorso di autoanalisi posso dire che sono più consapevole, guardarmi e soffermarmi a lungo anche sulle mie insicurezze ha aiutato molto a conoscermi meglio. Certo ci sono i lati negativi, i nostri limiti che è bene conoscere con la consapevolezza che è inutile costruirci attorno o sopra qualcosa di buono perché non serve.
Cosa hai fatto in questi tre anni di assenza?
Viaggiato, mi sono fermato a lungo, ho composto musica. Ho riflettuto a lungo agli errori fatti in una relazione che ho vissuto a lungo... In silenzio.
Senza social network?
Ecco, vedi... I social sono importanti certamente perché ci teniamo in contatto con le persone che ci vogliono bene o con i nostri fan. Non mi piacciono però le esasperazioni. Ti racconto questo aneddoto: sono stato in montagna con alcuni miei amici musicisti e ad un certo punto è arrivata una tormenta di neve. I cellulari non prendevano. Panico. Tutti si chiedevano cosa sarebbe successo. Abbiamo invece passato le ore più belle di sempre perché abbiamo vissuto lontano dai cellulari.
Qual è la sensazione che hai?
Che tutti vogliono essere altrove. Se siamo tutti insieme al ristorante c'è sempre quel momento in cui qualcuno prende il cellulare e si mette a chattare con qualcuno che sta anche a mille km di distanza.
Non hai pensato di tornare a Sanremo?
E' stata una scelta dettata anche dalla nuova collaborazione con l'etichetta Carosello. Volevamo presentare questo progetto con semplicità, con ascolti mirati in modo che arrivasse il messaggio nel cuore delle persone. Ci stiamo riuscendo e sono molto contento.