Diritto alla disconnessione, anche in Italia la proposta per essere liberi di non rispondere ai messaggi lavorativi nelle ore di riposo

Diritto alla disconnessione, anche in Italia la proposta per essere liberi di non rispondere ai messaggi lavorativi nelle ore di riposo

Diritto alla disconnessione, anche in Italia la proposta per essere liberi di non rispondere ai messaggi lavorativi nelle ore di riposo Photo Credit: fotogramma.it


Il diritto di non rispondere a comunicazioni di lavoro nelle ore di riposo diventa una proposta di legge presentata in Parlamento. L’iniziativa sul diritto alla disconnessione è stata promossa dall’associazione giovanile L’asSociata

L’associazione giovanile L’asSociata, nata circa sei anni fa per far avvicinare i giovani alle istituzioni, ha promosso la proposta di legge sul diritto alla disconnessione. La proposta è stata depositata in Parlamento nel luglio scorso dai deputati del Partito Democratico e in questi giorni il testo dovrebbe essere depositato al Senato.

IN COSA CONSISTE LA PROPOSTA DI LEGGE

La proposta di legge sul diritto alla disconnessione permetterebbe, anche in Italia, di acquisire il diritto di non rispondere a comunicazioni di lavoro nelle ore di riposo. Avere quindi la libertà di non rispondere ai messaggi, chiamate, e-mail di lavoro nei turni di riposo e non essere costantemente reperibili fuori dall’orario lavorativo. Tutto questo senza aver paura che ci siano delle ripercussioni sulla propria posizione lavorativa.

Se dovesse capitare di rispondere per una urgenza e di dover quindi lavorare in orario di riposo, il datore di lavoro sarebbe tenuto a specificare che si tratta di una situazione eccezionale e quindi da retribuire come straordinario, questo sempre secondo la proposta sul diritto alla disconnessione.

La proposta stabilisce in 12 ore il riposo minimo in cui un lavoratore deve essere “disconnesso” dal lavoro dopo il proprio turno. Inoltre le aziende con più di quindici dipendenti devono fornire a loro spese gli strumenti di lavoro digitali ai propri lavoratori: spesso vengono usati a scopo lavorativo smartphone, pc o tablet personali.

Chi non rispetta il diritto alla disconnessione rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 3000 euro per ciascun lavoratore interessato.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE DISCONNETTERSI

Secondo l’asSociata, che promuove l’iniziativa, il diritto alla disconnessione è fondamentale per i lavoratori. Sempre più spesso di sente parlare di burnout: sindrome legata allo stress lavorativo, che porta il soggetto all'esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, alla manifestazione di sintomi psicologici negativi. Questa condizione può essere aggravata dal fatto di non staccare mai dall’ambito lavorativo, neppure nelle ore di riposo crea un circolo dal quale il soggetto non riesce ad uscire. Il diritto alla disconnessione può aiutare i lavoratori a creare nuovi spazi per sé stessi nei quali rigenerarsi e poter essere anche più efficienti sul lavoro al loro rientro.

Il diritto alla disconnessione diventa fondamentale anche per chi lavora da casa. Tra gli svantaggi dello smartworking vi è il fatto di lavorare più del dovuto, faticare a disconnettersi in quanto l’ambiente lavorativo e personale coincidono.

LE PAROLE DI LUCA ONORI, PRESIDENTE DI L’ASSOCIATA

Intervistato da Fanpage.it Luca Onori, presidente di L’asSociata ha presentato così l’iniziativa: "Ci siamo resi conto che questa cultura del super lavoro è pericolosa, è necessario agire per marcare un confine netto e tutelare i lavoratori con il diritto alla disconnessione. Dopo la pandemia c'è stato un investimento sul lavoro on-line, pensiamo allo smart working, noi pensiamo che sia ovviamente uno strumento utilissimo, però non bisogna cadere nell’inganno che se si lavora da casa allora bisogna lavorare di più. Se si lavora 12 ore di fila il giorno dopo si è stanchi. Incide anche sulla produttività".

Onori ha anche parlato di quante ore in media, alla settimana, lavoriamo di più a causa della cultura del “super lavoro”: “Dalle prime testimonianza raccolte in media chi lavora in grandi aziende riceve spesso mail o messaggi dopo aver staccato, circa una volta ogni due giorni, e si fanno tra le due e tre ore in più”.

In merito ai vantaggi del diritto alla disconnessione ha precisato: “Innanzitutto il benessere psicofisico del lavoratore, maggiore produttività, perché la gente lavorerebbe meglio. Poi avere un working life balance più sana e riprendere in mano la socialità. Infine è necessario regolare queste tecnologie, non devono essere uno strumento di abuso ma una possibilità per lavorare meglio”.



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