Dolore a Roma per la morte di Alessandro Parini, il giovane avvocato ucciso nell'attentato terroristico a Tel Aviv
08 aprile 2023, ore 18:11
La salma di Parini rientrerà 'nei prossimi giorni', ha detto il ministro degli Esteri Tajani. La procura di Roma ha aperto un'indagine per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni
"La semplicità, la riservatezza, e la modestia" erano i segni distintivi di Alessandro Parini. Lo dicono i genitori del ragazzo ucciso in un attentato a Tel Aviv lasciando la casa del figlio a Monteverde, a Roma. "Dove è arrivato e i traguardi da lui ottenuti - aggiungono - non li conosceva nessuno, solo lo studio per cui lavorava. Alessandro era fatto così". Non è stato un "attentato" ma va semmai ritenuto un "incidente" quanto avvenuto ieri sul lungomare di Tel Aviv, quando l'arabo-israeliano Yusef Abu Jaber (45 anni) ha travolto ed ucciso il cittadino italiano Alessandro Parini e ha ferito altri turisti che erano sul posto. Lo ha sostenuto il fratello di Abu Jaber, Omar, in un'intervista al sito web israeliano Ynet. Yusef Abu Jaber è stato poi colpito a morte sul posto da un agente della sicurezza israeliana. Tanti lumini e mazzi di fiori sono stati posti accanto alla fotografia della vittima. Sotto l'immagine c'è una scritta in inglese e in ebraico che dice: "Il giovane popolo di Israele abbraccia il giovane popolo di Italia". Su un altro foglietto dedicato a Parini c'e' vergato a mano "il terrorismo cancro della nostra società". Accanto alla fotografia sono state adagiate la bandiera italiana e quella israeliana: un giovane ha poi fatto risuonare l'inno di Mameli dal telefonino. Poco più in là - poco oltre la carreggiata e la pista ciclabile - si possono scorgere sull'erba i segni lasciati dai pneumatici dell'auto che ha investito Parini e anche qualche piccolo resto della vettura stessa.
I GENITORI DI ALESSANDRO
"La semplicità, la riservatezza, e la modestia" erano i segni distintivi di Alessandro Parini: a dirlo sono i genitori lasciando la casa del figlio a Monteverde, a Roma. "Dove è arrivato e i traguardi da lui ottenuti - aggiungono - non li conosceva nessuno, solo lo studio per cui lavorava. Alessandro era fatto così". Sono usciti di casa con un zaino, qualche busta e dei fiori in mano, i genitori di Alessandro Parini, il ragazzo rimasto ucciso ieri nell'attentato a Tel Aviv. Arrivati in casa del figlio in tarda mattinata, con le lacrime agli occhi, entrando hanno ripetuto: "Siamo i genitori. Non ce la facciamo proprio a parlare".
TAJANI, NON INTIMIDITI DA ATTO CRIMINALE
'Non ci facciamo certamente intimidire come italiani da questo atto criminale". Lo ha detto a SkyTg24 il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolineando che nell'attentato di ieri "è stato colpito un cittadino italiano che nulla aveva a che fare con la questione israelo-palestinese". "Siamo vicini al popolo di Israele che continua a subire attentati. Bisogna bloccare questa escalation. Bisogna che Hamas non continui a esaltare gli attentati", ha aggiunto il titolare della Farnesina, ribadendo di essere in contato con il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen.
FRATELLO PRESUNTO ATTENTATORE, E' STATO UN INCIDENTE
Omar Abu Jaber ha detto a Ynet che la famiglia è a lutto per la morte di uno stretto congiunto. "Per quattro giorni e per quattro notti Yusef non aveva dormito. Può darsi si sia addormentato - ha aggiunto - ed abbia perso il controllo dell'automobile". Dalle immagini diffuse sul web ha avuto poi l'impressione che suo fratello abbia cercato di scansare i passanti. Yusef Abu Jaber aveva sei figlie ed era nonno. In passato aveva gestito un negozio di giocattoli nella città araba di Kfar Kassem (a nord-est di Tel Aviv) e da due anni era addetto assieme alla moglie alle pulizie in un liceo vicino a Tel Aviv.