Domani Papa Francesco sarà in Iraq, è il primo viaggio apostolico in un paese a maggioranza sciita
04 marzo 2021, ore 12:30
Domani Papa Francesco sarà in Iraq, è il primo viaggio apostolico in un paese a maggioranza sciita
Quello di papa Francesco in Iraq, da domani all’8 marzo, sarà il primo viaggio apostolico in un Paese a maggioranza sciita, paese che ha vissuto quattro conflitti negli ultimi quarant'anni. Sarà anche il primo pellegrinaggio dell’era covid. Per questi due motivi può considerarsi un viaggio storico. Oltretutto, proprio in Iraq, a Ur dei Caldei, Dio scelse un “arameo errante”, Abramo. Fu l’inizio, per i cattolici, della storia della salvezza. Dai cristiani, dagli ebrei e dai musulmani Abramo viene onorato con il titolo di “amico di Dio”, un appellativo che si ritrova, caso unico, nell’Antico e nel Nuovo Testamento e nel Corano.
Le parole del Papa alla vigilia del viaggio
"Vengo nella vostra terra come pellegrino speranza". Il Papa ha mandato, oggi, un videomessaggio agli iracheni: "Vengo come pellegrino, come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite. E giungo tra voi come pellegrino di pace, a ripetere: 'Voi siete tutti fratelli'. Sì, vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno del padre Abramo, che riunisce in un'unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani". "Cari fratelli e sorelle cristiani, - dice Francesco - che avete testimoniato la fede in Gesù in mezzo a prove durissime, attendo con trepidazione di vedervi. Sono onorato di incontrare una Chiesa martire: grazie per la vostra testimonianza! I tanti, troppi martiri che avete conosciuto ci aiutino a perseverare nella forza umile dell'amore. Avete ancora negli occhi le immagini di case distrutte e di chiese profanate, e nel cuore le ferite di affetti lasciati e di abitazioni abbandonate.
Bergoglio incoraggia il popolo iracheno
"Vorrei portarvi la carezza affettuosa di tutta la Chiesa - dice il Papa nel suo messaggio - che è vicina a voi e al martoriato Medio Oriente e vi incoraggia ad andare avanti. Alle terribili sofferenze che avete provato e che tanto mi addolorano, non permettiamo di prevalere. Non arrendiamoci davanti al dilagare del male: le antiche sorgenti di sapienza delle vostre terre ci orientano altrove, a fare come Abramo che, pur lasciando tutto, non smarrì mai la speranza (cfr Rm 4,18); e fidandosi di Dio diede vita a una discendenza numerosa come le stelle del cielo. Cari fratelli e sorelle, guardiamo le stelle. Lì è la nostra promessa".
Il messaggio a tutte le religioni
Francesco si rivolge a tutti gli iracheni: "Cari fratelli e sorelle, ho tanto pensato a voi in questi anni, a voi che molto avete sofferto, ma non vi siete abbattuti. A voi, cristiani, musulmani; a voi, popoli, come il popolo yazida, gli yazidi, che hanno sofferto tanto, tanto; tutti fratelli, tutti. Ora vengo nella vostra terra benedetta e ferita come pellegrino di speranza. Da voi, a Ninive, risuonò la profezia di Giona, che impedì la distruzione e portò una speranza nuova, la speranza di Dio. Lasciamoci contagiare da questa speranza, che incoraggia a ricostruire e a ricominciare. E in questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa. Da voi, millenni fa, Abramo incominciò il suo cammino. Oggi sta a noi continuarlo, con lo stesso spirito, percorrendo insieme le vie della pace! Per questo su tutti voi invoco la pace e la benedizione dell'Altissimo. E a tutti voi chiedo di fare lo stesso di Abramo: camminare nella speranza e mai lasciare di guardare le stelle. E a tutti chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera. Shukran!".