10 marzo 2020, ore 12:54 , agg. alle 14:03
Il cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova è stato ospite questa mattina su RTL 102.5
“Il gesto che Papa Francesco ha compiuto stamattina ha un tocco di unicità e di particolarità” dice don Marco Pozza, commentando la lettera che il Pontefice ha scritto di suo pugno alle quattro testate venete, per esprimere vicinanza a tutto quel mondo che sta soffrendo e che dalla sofferenza sa riemergere, come quello de volontariato. “La lettera del Papa è stata scritta per la casa circondariale di Padova, città scelta come Capitale europea del volontariato 2020 e quindi, simbolicamente, è come se avesse scritto a tutti coloro i quali operano in quel mondo, tutti i volontari che con i professionisti stanno dando il meglio di loro in questa situazione di emergenza” ricorda don Marco. “Il Papa sta vivendo con apprensione questo momento, tanto da aver accettato di celebrare la Messa in diretta televisiva, da solo ovviamente, a Santa Marta” fa sapere il prete, che da diversi anni presta servizio proprio nel carcere di Padova dove, in queste ore, così come in molte altre carceri italiane, la tensione è altissima. “Questa mattina ci ha sorpreso e ci ha fatto enorme piacere leggere le parole del Santo Padre, perché attraverso questa lettera è come se avesse accarezzato tutto il mondo delle carceri che sta soffrendo”.
Un Papa attento e aggiornato su ogni singolo aspetto dell’emergenza che sta vivendo il Paese, consapevole che “la sua parola e la sua presenza sono gli strumenti più alti che ha e, in questi giorni, li sta mettendo a disposizione in tutti i modi.” La parola “carcere” in questo periodo viene menzionata solo in riferimento alla pena prevista per i trasgressori delle ordinanze di contenimento del Coronavirus, denuncia don Marco, “dimenticando tutta una frangia di umanità che in questi giorni vive una doppia reclusione, perché per i detenuti, vedersi sottratti i colloqui, unica boccata d’aria e d’affetto di cui dispongono, è un grosso sacrificio.” All’interno delle carceri, come ricorda il prete ai microfoni di RTL 102.5, non ci sono solo detenuti, che nonostante la fatica della reclusione, stanno mostrando grande senso di responsabilità, aiutando la direzione, gli agenti e tutto il mondo che ruota attorno al carcere per gestire al meglio l’emergenza.
Le parole di Papa Francesco
“Oggi siamo sottoposti alla tentazione di gettare invece che riparare, di sfasciare piuttosto che ricucire: è la sorte che riserviamo non solo agli oggetti, ma anche alle persone, sopratutto a quelle più indifese.” Queste le parole che Papa Francesco ha scritto nella lettera indirizzata alla Casa di reclusione “Due Palazzi” di Padova, dove un gruppo di detenuti ha dato il via alle proteste contro le restrizioni su visite e colloqui introdotte dal dpcm sul Coronavirus. Dalla lettere si apprende poi che le meditazioni della Via Crucis di quest’anno sono state scritte dalla parrocchia del carcere di Padova. “Se immagino la carità come fosse un romanzo, allora ci sono dei capitoli bellissimi che sono stati scritti a Padova: lo Spirito Santo ha ispirato molti figli della vostra terra che, a loro volta, sono diventati d’ispirazione per inventare altre pagine di carità” ha concluso Bergoglio.