14 maggio 2019, ore 19:22
In appello, il Tribunale dà ragione alla Procura di Nado Italia sull'ex nuotatore
Il Tribunale Nazionale Antidoping 2 (ovvero di appello), presieduto da Luigi Fumagalli, ha confermato la squalifica di 4 anni comminata in primo grado all'ex campione del mondo di nuoto, Filippo Magnini, per tentato uso di sostanze dopanti. Assolto invece il suo compagno di squadra Michele Santucci. Passa da 4 a 5 anni lo stop per il fisioterapista Emiliano Farnetani. L'appello sulla vicenda Magnini dà quindi ragione alle tesi della Procura di Nado Italia.
In oltre 50 pagine di motivazioni che sono state inviate alle difese degli imputati, il TNA2 sottolinea che per Magnini il tentato uso è spiegato dal fatto che l'atleta si faceva assistere dal dottor Guido Porcellini (condannato in primo grado dal TNA a 30 anni) oltre che per le normali integrazioni anche da "integrazioni plus" che erano riferibili ad ordinativi fatti all'estero da Antonio Maria De Grandis (condannato in primo grado dal TNA a 25 anni). E con queste "integrazioni plus" venivano richiesti controlli antidoping privati a Perugia sulle urine dell'atleta. Tale condotta - si apprende - deve essere considerata per il TNA2 come "tentato uso": se Magnini infatti si fosse limitato a far controllare il semplice prodotto acquistato dal De Grandis avrebbe potuto evitare l'accusa di Nado Italia. Invece, chiedendo attraverso Farnetani di far controllare l'urina dopo aver assunto l'integratore "plus" voleva accertarsi che il prodotto non fosse rilevabile e non il suo contenuto. L'assoluzione di Santucci è motivata dal fatto che dagli atti in possesso del TNA2 "è evidente che l'atleta abbia desistito dal tentativo" e quindi non può essere sanzionabile. Per il fisioterapista Farnetani, infine, aver agevolato il tentato uso organizzando o comunque essendo parte attiva nei test di laboratorio a Perugia sia per lui un'aggravante e per questo la sanzione comminata in primo grado di 4 anni viene aumentata a cinque.