Doping Sinner, il coach Cahill ricostruisce la vicenda: "Jannik non ha colpe e non imbroglierebbe mai intenzionalmente"
Doping Sinner, il coach Cahill ricostruisce la vicenda: "Jannik non ha colpe e non imbroglierebbe mai intenzionalmente" Photo Credit: Agenzia Fotogramma
21 agosto 2024, ore 17:00
Il presidente Fitp Angelo Binaghi difende Sinner: "Le critiche arrivano da rivali frustrati"
Il numero uno del mondo tennistico Jannik Sinner, come ormai noto, è risultato positivo ad un test antidoping effettuato ad aprile di quest'anno. L' accusa era di aver assunto uno steroide anabolizzante vietato di nome clostebol, ma un'indagine indipendente dell'ITIA (l'International Tennis Integrity Agency) lo ha scagionato per "assunzione inconsapevole". Sinner per il regolamento è comunque ritenuto responsabile di ciò che è accaduto ed ecco perché perderà i punti ottenuti durante il torneo di Indian Wells (400 in totale). La notizia ha ovviamente dato il via alla polemica, soprattutto sui social, tanti l'hanno difeso ma qualche collega lo ha attaccato dicendo che avrebbe meritato una squalifica (Kyrgios e Shapovalov). Nelle scorse ore in esclusiva a ESPN Darren Cahill, coach australiano di Jannik, ha ricostruito ogni fase della vicenda.
CAHILL: "SINNER E' L'ATLETA PIÙ PROFESSIONALE CON CUI ABBIA MAI LAVORATO"
"La verità è venuta a galla, Jannik non ha avuto colpe o negligenze, e spero che possa superare questa situazione, giocare e migliorare, mettendosi alle spalle questa sfortunata vicenda". Inizia così l'intervista di Cahill. “Sapevamo di tutto questo da qualche mese e sapevamo che si trattava di una vicenda molto seria. A marzo, durante il torneo di Indian Wells, Giacomo Naldi, il fisioterapista di Sinner, ha messo la mano nella sua borsa e si è tagliato un dito con un tronchesino che usava per trattare i calli ai piedi di Jannik. Si è trattato di una ferita fastidiosa. Io non ho visto nulla: l’unica persona che era nella stanza con lui in quel momento era Umberto Ferrara, il preparatore atletico di Jannik. Neanche Jannik sapeva. Io sono entrato nella stanza e ho visto che si stava fasciando il dito. Gli ho chiesto che cosa fosse successo e lui mi ha risposto che si era tagliato su un dito. Gli ho domandato se potessi aiutarlo in qualche modo ma mi ha risposto che la ferita non era un problema. È stata l’ultima volta in cui ho pensato a questo episodio. In seguito Jannik ha visto Giacomo e ha notato il taglio. Gli ha chiesto cosa fosse successo e se stava usando pomate o creme per curare il dito e lui gli ha risposto di no, il che era vero in quel momento. Quello che è successo dopo lo sanno Ferrara e Naldi. Ferrara aveva con sé uno spray, molto comune in Italia ma che io non avevo mai visto né sentito prima. Ferrara ha offerto a Naldi lo spray che si portava dietro per ragioni personali. Dentro lo spray c’era una sostanza comune in Italia, tanto che ci sono già stati casi di tennisti italiani che sono risultati positivi dopo aver usato questo spray”.
“Durante la settimana, Giacomo ha usato lo spray per curarsi il dito, senza che noi lo sapessimo. Nel frattempo ha continuato a trattare Sinner e così la sostanza è passata da lui a Jannik. Non sapevamo nulla del test fino a Miami. Jannik è stato avvisato dopo aver vinto Miami di essere risultato positivo a un controllo anti-doping a Indian Wells e abbiamo immediatamente capito che doveva essere colpa di quello spray che poi ho visto e che apparteneva al preparatore atletico. È stato possibile rintracciare subito la fonte della contaminazione, ma la sospensione era già scattata. Per cui l’obiettivo era lavorare per cancellarla. Il team di Sinner si è riunito con urgenza e la storia è stata chiarita così come è avvenuta. La spiegazione è stata accettata e si è capito che Sinner non aveva colpe, quindi gli è stato permesso di continuare a giocare. Jannik è un ragazzo fantastico, molto professionale. Forse è addirittura il ragazzo più professionale con cui io abbia mai lavorato in carriera. Non avrebbe mai imbrogliato intenzionalmente".
BINAGHI: "LE CRITICHE ARRIVANO DA CRETINI FRUSTRATI"
"Jannik è al di sopra di ogni sospetto.- Lo ha affermato il presidente della Fitp Angelo Binaghi-. Credo che nessuno avrebbe scommesso una lira su un possibile caso doping di Sinner, avrebbero scommesso di più su una rapina in banca. Mi sembra torni tutto". E ancora: "Lo rivedremo più forte di prima, credo che le ricadute psicologiche le abbia già avute in quei 4 mesi. Le critiche dei colleghi a Sinner? Sono arrivate dai più cretini e i più frustrati, quelli che avevano più mezzi tecnici di Sinner a disposizione per diventare numero uno al mondo e che invece hanno fallito miseramente. Noi come federazione abbiamo saputo tutto l'altro ieri, il giorno prima della comunicazione. Ci ha avvisato solo il team di Sinner il giorno prima, nei rapporti di cortesia e di correttezza".