Dopo il Premio Nobel, Annie Ernaux torna in libreria con Il ragazzo e ci regala una piccola perla
10 novembre 2022, ore 08:00
E’ il suo momento, e cavalca l’onda: L’Orma Editore compie 10 anni quest’anno e festeggia con il Premio Nobel, sua autrice di punta, Annie Ernaux. Pubblicato un romanzo brevissimo e tre discorsi
L’Accademia di Svezia l’ha insignita del premio letterario più prestigioso del mondo, il Nobel per la Letteratura, con una motivazione che è tutta condensata nelle pagine della sua ultima pubblicazione. Lo scorso 8 novembre è uscito in Italia Il ragazzo, un agile libro da borsetta che porta in sé tanti spunti interessanti, sempre delicatamente provocatori.
IL RAGAZZO
Il ragazzo è il racconto da portare con voi durante un tragitto sui mezzi pubblici. Pur riempiendo meno di 30 pagine, Annie Ernaux condensa moltissimo della sua poetica nella fugace storia che intraprende con un ragazzo di circa trent’anni più giovane di lei. Il legame indissolubile tra scrittura e vita, linfa della sua opera in ogni declinazione, prende infatti corpo già dall’epigrafe: "Se non le scrivo, le cose non sono arrivate fino al loro termine, sono state soltanto vissute". Vissute, appunto, ma non raccontate. E nel semplice fatto di aver pubblicato questo breve testo solo nel 2022, pur avendolo scritto tra il 1998 e il 2000, c’è la provocazione e il coraggio di un’autrice che ha rivoluzionato il rapporto tra scrittura autobiografica e fiction: Ernaux sceglie di pubblicare all’età di ottantadue anni il racconto di una relazione per certi versi oscena, tra una donna matura e un universitario. Una relazione che non passa inosservata agli occhi della gente, anzi. Scrive a un certo punto Ernaux: "Non era noi che vedevano, era, confusamente, l’incesto". In meno di trenta pagine c’è il rapporto con un corpo che invecchia e che si vede giovane negli occhi di chi giovane lo è ancora, come si legge in queste righe “mi era costato uno sforzo maggiore tirar fuori le fotografie dei miei venti, venticinque anni, scegliendo per vanità la più bella, pur sapendo che sarebbe stata proprio quella ad aumentare la crudeltà del confronto con il mio volto di oggi, più emaciato e più duro”. Ma c’è anche spazio per qualche considerazione dal punto di vista “del profitto”, di cosa si dà e cosa si riceve in cambio “lui mi dava piacere e mi faceva rivivere ciò che non avrei mai immaginato di rivivere”. Dire di più toglierebbe il piacere della lettura, ma basterà sottolineare che, con la consueta asciuttezza ed essenzialità, Annie Ernaux regala una piccola perla.
NON SOLO IL RAGAZZO: TRE DISCORSI
In appendice al racconto, e a completare in qualche modo le riflessioni che facciamo durante la lettura delle opere di Ernaux, ci sono tre brevi discorsi tenuti dall’autrice in diverse occasioni. Il primo è Scrittura e memoria, scritto per Letterature – Festival Internazionale di Roma, letto dall’autrice il 5 luglio 2016 alla basilica di Massenzio, dove ha ricevuto il Premio Strega europeo per il romanzo Gli anni. In questo breve discorso troviamo le coordinate per capire cosa significhi per Ernaux appellarsi alla memoria, e come questa sia la natura più profonda della sua narrativa. Il secondo intervento, scritto in occasione del festival Gita al Faro di Ventotene del 2016, è intitolato L’Europa e la libertà delle donne, e risulta ancora oggi fortemente attuale. In queste pagine, il discorso sulle donne, l’occupazione femminile e il gender gap va in parallelo con quello dell’emergenza migranti, tasto ancora dolente per il nostro paese e per il suo. Il terzo e ultimo discorso, Il territorio dell’esperienza, è in realtà un brano tratto da una conferenza tenutasi in occasione del ritorno di Ernaux a Yvetot, cittadina della sua infanzia, nel 2013. Conoscendo il peso della biografia nel suo lavoro, sarà facile capire come il modo in cui il suo sguardo investe le sue stesse origini sia fondamentale per avere una visione più ampia di testi come Gli armadi vuoti, Gli anni, La vergogna.