Dopo il ritiro russo da Kherson Dugin evoca la destituzione di Putin. Medvedev, non abbiamo ancora usato tutto l’arsenale di armi di distruzione

Dopo il ritiro russo da Kherson Dugin evoca la destituzione di Putin. Medvedev, non abbiamo ancora usato tutto l’arsenale di armi di distruzione

Dopo il ritiro russo da Kherson Dugin evoca la destituzione di Putin. Medvedev, non abbiamo ancora usato tutto l’arsenale di armi di distruzione Photo Credit: Fotogramma.it


L’euforia degli ucraini dalla Kherson liberata rimbalza sui media internazionali, lo stesso presidente ucraino Volodimyr Zelensky parla di vittoria storica che Kiev condivide con l’Occidente

La gioia e le lacrime della popolazione che scende in strada, accoglie con abbracci i soldati ucraini e anche i giornalisti che tornano a trasmettere le prime immagini dalla città di Kherson lasciata dai russi. La gente si avvolge nella bandiera ucraina che sventola di nuovo nella città che dà il nome alla regione annessa, solo poche settimane fa, alla Federazione russa. L’euforia catturata in mezzo a donne e uomini si riflette nel discorso del presidente Volodimyr Zelensky, a Kherson sono giunti 200 agenti di polizia, sono riprese le trasmissioni tv e radio, aiuti umanitari e rifornimenti iniziano ad arrivare dalla vicina regione di Mykolaiv. Ma tornano, oggi, anche nuove minacce da parte di Medvedev all’Ucraina “non abbiamo ancora usato tutto l’arsenale di armi di distruzione” e resta un giallo il post pubblicato e poi cancellato dall'ideologo di Putin Dugin, in cui attacca in presidente russo per la sconfitta a Kherson.

DUGIN EVOCA DESTITUZIONE PUTIN DOPO RITIRO DA KHERSON

Il filosofo Alexander Dugin, considerato l'ideologo della Russia putiniana, avrebbe evocato la destituzione del presidente Vladimir Putin dopo l'annunciato ritiro delle truppe russe da Kherson, ultimo rovescio militare della sempre più complicata invasione dell'Ucraina. Considerato da alcuni il 'Rasputin di Putin', Dugin - che nei mesi scorsi ha perso la figlia Darya in un attentato - avrebbe pubblicato un discorso infuocato su Telegram, cancellando il post poco dopo, secondo quanto riferito dal Mirror. Nel post Dugin avrebbe citato un passaggio dell'opera filosofica di James George Fraser 'Il ramo d'oro', in cui un sovrano viene ucciso dai suoi sudditi perché non è riuscito a far piovere durante un periodo di siccità.

MEDVEDEV AVVERTE, NON ABBIAMO ANCORA USATO TUTTO L'ARSENALE

"Mosca continuerà a riprendersi i territori russi e per ovvie ragioni non ha ancora utilizzato tutto il suo arsenale di possibili armi di distruzione" in Ucraina. "Questo non solo per la nostra gentilezza umana", ma "tutto ha il suo tempo". Lo scrive l'ex presidente russo Dmitri Medvedev in un post su Telegram. "Ricordiamo - ha aggiunto alludendo al ritiro da Kherson - che noi stiamo cercando di salvare il più possibile le vite dei nostri militari e civili mentre i nostri nemici no. E qui sta la nostra grande differenza morale con loro".

KULEBA, MOSCA NON VUOLE VERAMENTE I NEGOZIATI, LAVROV NON HA CHIESTO INCONTRI

La Russia "non sta perseguendo sinceramente la via negoziale". A puntare il dito contro Mosca è stato il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba nel corso di una conferenza stampa a Pnohm Penh, dove si trova per il vertice Asean. "Al momento, tutto quello che abbiamo visto è stato il tentativo della Russia di usare i negoziati come cortina fumogena per la sua continua aggressione sul terreno". "Se sentite qualcuno la sera a Mosca che parla di negoziati, state certi che ci sarà un attacco missilistico la mattina successiva". Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov non ha richiesto un incontro, ha aggiunto Kuleba, chiarendo che se tale richiesta venisse presentata, l'Ucraina la "considererebbe a fondo, tenendo conto di tutti gli aspetti e della realtà sul campo". Kuleba ha quindi esortato la Russia ad "approcciarsi ai colloqui in buona fede", sottolineando che "ogni guerra finisce con la diplomazia".


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