Dario Fo è morto a 90 anni
13 ottobre 2016, ore 09:26 , agg. alle 10:05
Il Premio Nobel si è spento la scorsa notte all'Ospedale Sacco di Milano
Drammaturgo, attore, regista. Un visionario, spesso definito un giullare. Con il massimo del rispetto possibile. Dario Fo che si è spento la scorsa notte all'Ospedale Sacco di Milano a 90 anni ha attraversato decenni di storia teatrale, travolgendo schemi e consuetudini e imponendosi con uno stile unico. Prima ancora che inimitabile. La produzione è sconfinata e gli valse il Premio Nobel per la Letteratura, nel 1997. Sperimentale come pochissimi, eppure agganciato costantemente all'attualità. Perché è semplicemente impossibile scindere il Dario Fo drammaturgo, dal Dario Fo per così dire politico. Dal primo boom popolare di 'Mistero Buffo' - era il 1969 - non finì mai di sbeffeggiare, criticare, picconare il potere. Con la maschera del buffone di corte - il giullare, appunto - Dario Fo divenne l'avversario giurato di un'intera classe al potere, incarnata dai maggiorenti della Democrazia Cristiana. Sono i torridi Anni 70 e Dario Fo viene espulso dalla Rai, fino alla seconda metà del decennio. Continuerà a schierarsi, a dividere, a far arrabbiare un sacco di gente. Prima e dopo il Nobel.
Non si può parlare di Dario Fo, poi, senza parlare di Franca Rame, la sua musa, la donna di una vita intera. Di bellezza imbarazzante, fu lei a conquistarlo, con un appassionato bacio, rompendo indugi e timidezze. Dopo la sua scomparsa, pur professandosi ateo, Dario Fo ripeteva di incontrare Franca tutte le notti. E come non citare, poi, il Grammelot, quell'incredibile mix di parole, suoni, dialetti, parlate, esclamazioni, che anche il più acerrimo critico di Dario Fo non poteva non amare. Con lo sguardo da giullare-bambino, il saluto più bello ce l'ha fornito lui: "Ho avuto una vita esageratamente fortunata'.