E' ora di dire basta alle ombrelline nella MotoGp, donne utilizzate come mero oggetto scenografico e decisamente fuori dal tempo

E' ora di dire basta alle ombrelline nella MotoGp, donne utilizzate come mero oggetto scenografico e decisamente fuori dal tempo

E' ora di dire basta alle ombrelline nella MotoGp, donne utilizzate come mero oggetto scenografico e decisamente fuori dal tempo


Il circuito della Formula Uno, dopo l'esplosione dello scandalo MeToo, ha deciso di rinunciare saggiamente alle ombrelline, che resistono nel motomondiale

E' ORA DI DIRE BASTA ALLE OMBRELLINE NELLA MOTOGP

Domenica pomeriggio assolata e afosa. La mano pigra sul telecomando. Finalmente un guizzo, la gara della MotoGp in Germania. Un bel modo, adrenalinico di risvegliare la giornata, ma c'è qualcosa che stona e stona molto. I piloti sono pronti per salire sulle moto e buttarsi nella mischia, al loro fianco bellissime ragazze che li proteggono dal sole, le cosiddette ombrelline. Sorridenti, non parlanti, portatrici di marchi. Uno spettacolo desolante. Una concezione della donna superata da diversi lustri, la rappresentazione della donna oggetto per eccellenza.


IL TRIONFO DEL PATRIARCATO

Le ombrelline, che la Formula uno ha intelligentemente abolito nel 2018, dopo l'esplosione dello scandalo MeToo, sono il vero trionfo del patriarcato. Una cultura in cui la donna è al servizio dell'uomo, a maggior ragione se si tratta di un uomo importante, famoso, di potere. Donna che, naturalmente, dove essere bella, anzi bellissima, con il costante sorriso a favore di telecamera. I piloti poi, per esempio come è accaduto ieri, possono arrivare all'ultimo minuto per non subire troppo il caldo. L'ombrellina no, deve esserci sempre, per il pubblico sul circuito e per il pubblico a casa. E' un po' quel concetto antico di donne e motori, entrambi proprietà di un maschio, che fieramente li esibisce. Stento a credere che una bimba possa avere come sogno quello di fare l'ombrellina e altrettanto stento a credere che una donna possa scegliere volontariamente di ridursi a figura bidimensionale da mostrare in tutte le fasi che precedono le gare della MotoGp. Ma tant'è. Immagino che nessuno obblighi le ombrelline a fare quello che fanno Gran Premio dopo Gran Premio. Sarà che spesso l'esaltazione spasmodica della bellezza viene vista come un viatico per avere successo. E di conseguenza fare l'ombrellina potrebbe essere considerato come l'anticamera del mondo dello spettacolo. Altra ipotesi che personalmente mi sembra marziana. Ho letto l'intervista a un'ombrellina, che ha difeso la propria posizione affermando: "E' un lavoro come un altro". Teoricamente, quindi, sposando questo tipo di concetto, potrebbero farlo anche gli uomini. E invece no... proprio perchè non è un lavoro come un altro. 


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