Eccezionale riproduzione di coralli nella Grande Barriera Australiana, da anni aggredita dall’inquinamento
08 dicembre 2020, ore 13:00 , agg. alle 10:59
Si tratta del più grande e suggestivo spettacolo riproduttivo sul Pianeta, quello che in questi primi giorni di dicembre si è verificato nella Grande Barriera Corallina settentrionale d'Australia
La riproduzione dei coralli nel Reef australiano come una nevicata sottomarina
I coralli hanno rilasciato miliardi di ovuli e sperma nell'Oceano, in un atto sincronizzato per la riproduzione della specie. Un fenomeno naturale di straordinaria bellezza che viene descritto come "una tempesta di neve sottomarina" e che si verifica solo per poche notti all'anno. Un evento a cui solo poche centinaia di fortunati subacquei assistono. Ma quest'anno il fenomeno che segna la nuova vita della Barriera Corallina Australiana è stato ripreso da una squadra di subacquei e scienziati che ne hanno poi realizzato un documentario andato in onda sulla tv australiana nelle serate di venerdì 4 e domenica 6 dicembre
Gli scienziati chiedono lo stop alle emissioni nocive
L’evento è stato salutato con entusiasmo dal direttore dell’Autorità del Parco della Barriera Corallina Australiana, lo scienziato David Wachenfeld, che ha spiegato che la deposizione delle uova dei coralli è l'evento annuale più importante per il processo di ripristino della barriera corallina, oramai aggredita da anni di inquinamento e surriscaldamento globale. "Anno dopo anno” - ha dichiarato Wachenfeld - “Questo dimostra che, nonostante le gravi pressioni sulla barriera corallina dovute al cambiamento climatico e all'inquinamento, c'è ancora speranza per il futuro della sua specie. Dobbiamo, però, agire adesso”, ha esortato lo scienziato, che ha spiegato quanto siano necessarie le “migliori misure globali possibili per ridurre al minimo le emissioni di gas serra".
La Grande Barriera Corallina, vero e proprio “serbatoio” di vita
Il Reef australiano è uno tra i più grandi organismi viventi sulla Terra, un ecosistema che raggiunge i 2300 km di lunghezza e comprende migliaia di barriere coralline e centinaia di isole con oltre 600 tipi di coralli, duri e molli, oltre ad ospitare numerose specie di pesci, molluschi, tartarughe, delfini e squali. Inoltre la Grande Barriera Corallina Australiana può essere considerata uno dei grandi ecosistemi-sentinella della Terra: il suo stato di salute è indicativo dell’incidenza dei cambiamenti climatici sull’equilibrio del Pianeta. Da qualche anno per esempio è allarme sullo sbiancamento dei coralli che la compongono, a causa delle temperature elevate registrate nell’acqua. L’ultimo grido d’aiuto, riportato dall’Organizzazione ambientalista Greenpeace, risale ad aprile scorso, quando in mare si sono visti gli effetti degli incendi che hanno devastato l’Australia nell’estate precedente, una delle più calde mai registrate. Ciò ha comportato un aumento delle temperature superficiali delle acque e ha portato al progressivo sbiancamento dei coralli, fenomeno drammatico che prelude purtroppo alla morte di questi organismi marini.
La Barriera rischia di uscire dalla lista dei siti Patrimoni dell’Unesco
La progressiva desertificazione della Grande Barriera Corallina (dal 1995 a oggi, si è perso il 50% dei coralli che la compongono), non è soltanto un dramma ambientale; le sue conseguenze pesano anche sulla vita dell’uomo. Da questo ecosistema dipende infatti la vita di milioni di persone che vivono sulle coste australiane, per cui risulta fondamentale preservare e rafforzare il delicato equilibrio tra uomo e natura. Tra l’altro, se l’aggressione al Reef australiano dovesse proseguire, si rischia che venga rimosso dalla lista dei grandi Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, a causa delle condizioni di elevata criticità in cui la Barriera si trova, che vengono definite "severamente minacciate e bisognose di conservazione urgente".