Ecco la vera Juventus!
16 settembre 2015, ore 09:45 , agg. alle 10:32
Grande prestazione dei Campioni d'Italia, battuto il Manchester City. In Champions League, i bianconeri rinascono
In 72 ore, è cambiato tutto: la squadra incerta, impacciata, quasi impaurita del campionato, si è trasformata in un gruppo di granito. Il Manchester City non ci ha capito nulla: inglesi pericolosi solo sugli errori dei bianconeri e grazie a un arbitro distratto. La Juventus è tornata o forse non era mai andata via. Di sicuro, in Champions abbiamo visto il futuro dei Campioni d'Italia.
Manchester era un bivio e la Juventus ha imboccato la strada giusta, quella che può portare molto avanti. Non sappiamo se nel destino di questo gruppo rinnovato ci siano i trionfi degli ultimi 4 anni, ma di sicuro ieri sera si sono visti lampi di una vera Squadra. E di un grande allenatore, perché Massimiliano Allegri era già al centro di furibonde polemiche, ma ieri sera ha disegnato la partita quasi perfetta.
Le ha centrate tutte: modulo nuovo, 4-3-3 e i giocatori adatti a gestire la pressione della Champions. Anche l'emergenza a centrocampo, per gli infortuni di Khedira e Marchisio, è stata aggirata con la partita di sacrificio di Hernanes e Sturaro. Allegri ha stravinto la sfida con il collega Pellegrini, uno dei tanti allenatori a cui diamo la patente di maghi, solo perché su una panchina ricchissima e con una rosa costruita a botte di colpi miliardari.
Il punto è che il calcio e le figurine restano cose diverse. Così, lo strapagato Sterling non becca palla e Cuadrado, arrivato in prestito, come uno scarto della Premier, fa una partita straordinaria. Morata ha corso per cinque e fatto un goal splendido, Mandzukic riacciuffato il City, con una zampata da vero attaccante, su assist del vero Pogba. Perché sinora, quest'anno, avevamo visto il fratello. Quello scarso.
Tutto, però, sarebbe stato inutile, se non ci fosse stato un signore, capace di ignorare gli anni che passano: Gianluigi Buffon. Portiere, Capitano, mostro: perché la doppia parata, sullo 0-1, vale la partita, mezza qualificazione e una carica di entusiasmo non quantificabile. Finiti gli aggettivi, per Buffon non resta che una statua equestre in Piazza San Carlo. Prima o poi, gliela faranno.
Con giocatori così e in una serata così, possiamo quasi sorvolare sull'erroraccio dell'arbitro, che non ha annullato il vantaggio del City, palesemente viziato da un fallo di Kompany su Chiellini. Tutto è finito bene, per la Juve, ma resta lo sconcerto per un errore simile, a questi livelli.
Dalla Champions, si torna con una certezza: la Juventus è diversa, ma può essere tremendamente uguale a se stessa.