Egitto, liberato dopo due anni di carcere Shadi Abu Zeid, blogger 27enne, attivista e autore di video satirici
18 ottobre 2020, ore 19:23
Appena tornato in libertà, Abu Zeid ha postato una fotografia che lo mostra sorridente e apparentemente in buona salute in compagnia dei familiari, ma per altri giovani attivisti e blogger finiti in carcere non è andata così
Ben due anni e mezzo di carcere per i suoi post satirici e le interviste con gente comune che che toccavano alcuni fra i temi più delicati nella tradizionale società egiziana, dalla religione alle molestie sessuali, ai rapporti familiari. Ma a Shadi Abu Zeid, blogger di 27 anni tornato ora in libertà, è andata bene rispetto a molti altri attivisti ancora in prigione, nell'ambito delle politiche repressive sempre più dure del governo guidato dal generale Abdul Fattah al-Sisi.
La vicenda di Patrick George Zaky, ricercatore di Bologna rinchiuso nel carcere di Tora
Fra di loro il ricercatore dell'Università di Bologna Patrick George Zaky, rinchiuso dal febbraio scorso nel famigerato carcere di Tora, alla periferia del Cairo. Abu Zeid, che rimane sotto sorveglianza e ogni settimana dovrà presentarsi in una stazione di polizia, era stato arrestato nel maggio del 2018 con le accuse di diffusione di notizie false e appartenenza ad un gruppo terroristico. Ma negli ultimi anni sono centinaia i blogger finiti in manette con le stesse imputazioni, e in particolare per il presunto sostegno ai Fratelli Musulmani. Iniziative che secondo le organizzazioni per i diritti umani rientrano in un'azione repressiva senza precedenti del presidente Sisi dopo la presa del potere nel colpo di Stato del 2013, accompagnato da grandi manifestazioni popolari, contro il governo dell'allora presidente democraticamente eletto Mohamed Morsi, esponente degli stessi Fratelli Musulmani. Una repressione diventata ancora più dura da quando, nel settembre del 2019, il Cairo e altre città egiziane videro alcune, timide, manifestazioni di protesta anti-governative.
Il lieto fine della storia di Abu Zeid e il destino avverso di altri blogger e attivisti
Appena tornato in libertà, Abu Zeid ha postato una fotografia che lo mostra sorridente e apparentemente in buona salute in compagnia dei familiari. Ma per altri giovani attivisti e blogger finiti in carcere non è andata così. Nel maggio scorso il ventiquattrenne Shadi Habash, arrestato per avere diretto un video musicale che prendeva in giro lo stesso Sisi, aveva trovato la morte nella prigione di Tora. Un decesso provocato, secondo la Procura generale, dall'ingestione di una bevanda a base di acqua e alcol. In giugno, invece, aveva provocato un'ondata di commozione tra i dissidenti la morte di Sara Hegazy, una attivista per i diritti Lgbt suicidatasi in Canada, dove viveva dal 2018 dopo avere passato in carcere in Egitto tre mesi durante i quali aveva subito maltrattamenti e umiliazioni dalle quali non si era più ripresa. E mentre sembra ancora remota la possibilità di arrivare alla verità sulla morte del ricercatore friulano Giulio Regeni, avvenuta nel 2016 dopo l'arresto, nello stesso carcere di Tora rimane rinchiuso Zaky, preso di mira a causa di alcuni post sulle proteste di piazza dello scorso anno. All'inizio di ottobre le autorità giudiziarie hanno prolungato per altri 45 giorni la sua detenzione