Elezioni europee, da Facebook una war room contro le bufale

Elezioni europee, da Facebook una war room contro le bufale

Elezioni europee, da Facebook una war room contro le bufale


Il social network ha allestito una sala operativa con quaranta dipendenti, addetti alla rimozione di fake news, profili fasulli e intromissioni di Paesi esteri

In vista delle elezioni europee di fine maggio, Facebook schiera una "war room": una sala operativa dove si fa piazza pulita di fake news, profili fasulli e intromissioni di Paesi esteri. L'obiettivo è tutelare il dibattito pubblico dai tentativi di manipolazione, scongiurando un nuovo Russiagate: lo scandalo legato alle migliaia di inserzioni pubblicate sui social dai "troll" vicini al Cremlino, per influenzare le elezioni presidenziali americane del 2016 vinte da Donald Trump. Gli spot elettorali "opachi" sono nel mirino anche di Firefox, il browser per navigare in rete, che ha diffuso un pacchetto di strumenti volti a mettere in guardia gli elettori. La war room di Facebook, allestita a Dublino, ricalca quella predisposta negli Stati Uniti l'anno scorso per vigilare sulle elezioni di metà mandato, e quella creata a Singapore per le più recenti elezioni indiane. Come raccontano il Guardian e il New York Times, la sala ospita una quarantina di persone chiamate a monitorare cosa accade sul social network. Questi dipendenti, coadiuvati da team di esperti, hanno il compito di ripulire Facebook da bufale, account falsi e interferenze estere. Il controllo avviene in tutte e 24 le lingue parlate nei 27 Paesi (28 con il Regno Unito) che tra il 23 e il 26 maggio andranno a votare per il rinnovo del Parlamento Ue. "Stiamo affrontando una sfida di sicurezza. Ci sono una serie di attori che vogliono manipolare il dibattito pubblico", ha spiegato Nathaniel Gleicher, responsabile della sicurezza informatica di Facebook. Tuttavia, ha osservato, "in una situazione del genere una singola organizzazione non basta. C'è bisogno del maggior numero possibile di persone concentrate sul problema".


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