02 luglio 2024, ore 16:00 , agg. alle 22:26
Il 7 luglio i francesi voteranno al ballottaggio per la formazione dell'Assemblea nazionale. Macronisti e sinistre si accordano
Sembrerebbe un problema matematico, in realtà la ‘triangolazione’ è una geometria, ma di natura tutta politica. Parliamo di elezioni, quelle francesi, che si sono aggiunte in corsa a quelle già previste, in questo 2024 -super anno elettorale-, nel quale circa la metà della popolazione del pianeta si recherà alle urne. Sono state indette al volo dal presidente Emmanuel Macron, dopo la disfatta alle consultazioni europee. Superato il primo turno, sono iniziati i giochi di palazzo che mirano a gestire le preferenze degli elettori. I partiti indeboliti dalle elezioni, ovvero Ensamble del Presidente e tutte le sinistre, che si sono compattate nel Fronte nazionale popolare, cercano soluzioni per arginare la cosiddetta marea nera, cioè il consenso enorme ricevuto da Rassemblement national di Marine Le Pen.
LA TRIANGOLAZIONE
La triangolazione è quel caso in cui nel secondo turno delle consultazioni si sfideranno 3 candidati. È una situazione piuttosto rara, si è verificata nel 2012 quando le circoscrizioni che offrivano la tripla scelta erano 34; nel 2017 quando era una sola e nel 2022, anno nel quale erano 7. Nelle elezioni in corso sono 306. Una cifra enorme. Merito dell’affluenza molto elevata, perché per passare al secondo turno sono necessari un numero di voti pari almeno al 12,5% del numero degli elettori registrati nella circoscrizione. Più della metà non sopravviverà alla tagliola, entro le 18 di questa sera i candidati che intendono ritirarsi dovranno ufficializzare la loro scelta.
LA RINUNCIA
Dunque, ora il tentativo dei partiti in minoranza è quello di destrutturare la sfida a 3. I macronisti e il FNP ieri avevano fatto appello alla desistenza, ovvero la rinuncia a correre nei seggi nei quali si è arrivati terzi, eliminando un candidato dalla tripletta, trasformando la sfida in un duello e facendo confluire i voti sul candidato che si oppone a RN. L’obbiettivo è che i lepenisti non raggiungano la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale. Il punto politico contestato dagli osservatori è che l’alleanza tra centristi di area macroniana e sinistre, le quali comprendono molte anime distanti tra loro, non offre una prospettiva coerente e concreta a livello programmatico, sembra essere un blocco scoordinato di opposizione al quale manca completamente compattezza.
I LEPENISTI
Nel frattempo, in campo opposto, il delfino di Marine Le Pen, il 28enne Jordan Bardella, candidato premier della destra, con una lettera aperta ha invitato i connazionali a votare il suo partito, Rassemblement national, a scegliere la "rottura responsabile" contro "la minaccia esistenziale rappresentata per la nazione dall'estrema sinistra". Bardella fa leva sulla voglia di cambiamento dei francesi e chiede fiducia nel nuovo, in chi non ha ancora abitato la stanza dei bottoni. Rassicura gli elettori accostando la parola 'responsabile' a 'rottura' per edulcorarne il concetto. Promette legge e ordine e garantisce che la narrazione dei macronisti che identifica la vittoria di RN come salto nel vuoto è del tutto falsa e tendenziosa.
I SONDAGGI
Intanto, i sondaggi sono scettici sulla possibilità che la desistenza porti automaticamente l’elettore moderato a votare il candidato anti lepenista. Infatti le previsioni raccontano che l’alleanza può spingere gli elettori dell'area di centro ad astenersi o, addirittura a votare a destra a causa del buco programmatico offerto dal blocco di centro-sinistra. Le indagini sul voto continuano a dare in netto vantaggio l'estrema destra. Queste elezioni, al momento -abbiamo visto finora solo la prima parte, l’ultima e la più significativa andrà in scena domenica 7 luglio, con il ballottaggio- hanno mostrato una incredibile potenza numerica: l’affluenza altissima al primo turno (66%), -non accadeva dal 1997 che tanti francesi si esprimessero nelle urne-; una quantità ci circoscrizioni mai viste prima nelle quali 3 candidati hanno avuto la meglio, e una conseguente altissima incidenza di rinunce.