19 settembre 2022, ore 19:08
La leader di FdI all’attacco dell’esecutivo, ma anche della sinistra, "Dai cosiddetti progressisti fake news mai viste. Nessun pregiudizio dall'amministrazione americana, sono pronta a governare"; e del Segretario del Pd Enrico Letta, sul patriarcato
Ultima di settimana di comizi, la campagna elettorale è al rush finale.
Meloni
E queste ore vedono la leader di FdI Giorgia Meloni all’attacco: della sinistra, "Dalla sinistra fake news mai viste. Nessun pregiudizio dall'amministrazione Usa, sono pronta a governare"; di Enrico Letta sul patriarcato; e dell’esecutivo, in particolare del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: "Il governo consente provocazioni in piazza contro l’opposizione: In nessuna democrazia evoluta l'unica opposizione è oggetto di sistematici attacchi da parte di Ministri, cariche istituzionali e grandi media. E, soprattutto, in nessuna democrazia occidentale il Governo consente scientificamente provocazioni che potrebbero facilmente sfociare in disordini - durante la campagna elettorale - nelle manifestazioni politiche dell'opposizione. Questa gente parla di Europa, ma il loro modello è il regime di Ceaușescu. Non ci facciamo intimidire da chi odia la libertà e la sovranità popolare".
I Dem
Tutto quando il segretario Dem Enrico Letta in Germania vede il premier Scholz e parla alla Spd, e a Berlino incassa l'endorsement del segretario Spd Klingbeil: "Sarebbe davvero un segnale importante se Enrico Letta potesse vincere e non Meloni, che, come partito post fascista, porterebbe l'Italia in una direzione sbagliata". Da parte sua il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte a Genova canta 'Bella ciao', incontra Beppe Grillo e continua a mettere nel suo mirino "l'attuale vertice del Pd": ossia Letta, la figura che l’ex premier vorrebbe mettere da parte per riprendere il dialogo con l'ala sinistra del partito Democratico.
Il Terzo Polo
Mentre Matteo Renzi, leader di Italia Viva, oggi a Pisa confessa: "Il nostro obiettivo come Terzo Polo è 'spolpare' da Pd e destra: parliamo ai moderati che non vogliono votare per la fiamma, e a quella sinistra riformista che non vuole votare Di Maio. Perché chi vota Pd vota Di Maio. Il Pd si è grillinizzato, a questo punto fanno prima a votare 5 Stelle. Noi stiamo prendendo questo mondo: il terzo polo sarà una operazione di successo e lo vedremo al termine dei tre passaggi che culminano nelle prossime elezioni dove puntiamo a fare come Macron, cioè a 'spolpare' dal Pd e da Salvini la gente delusa". E il numero di Azione Carlo Calenda non perde occasione per definirsi quale riformatore incompatibile con i populisti "grillini".