Elvis & Nixon , il racconto dell'incontro più bizzarro del rock
"Elvis & Nixon" : il racconto dell'incontro più bizzarro del rock
22 settembre 2016, ore 13:00
Kevin Spacey e Michael Shannon danno vita allo storico incontro tra l'ex Presidente degli USA e il re del rock'n'roll.
Nel 1970, pochi giorni prima di Natale, Elvis Presley si recò al cancello nord-ovest della Casa Bianca per cercare di parlare con l'allora Presidente degli Stati Uniti, il repubblicano Richard Nixon, per quello che è forse uno degli incontri più bizzarri della storia del rock. La storia ci viene raccontata nel film di Liza Johnson "Elvis & Nixon", nei cinema italiani da oggi.
Un premio Oscar (Kevin Spacey/Nixon), un candidato alla statuetta (Michael Shannon/Elvis), un pugno di ottimi attori gravitanti intorno ai protagonisti e una storia surreale; sono questi gli ingredienti di "Elvis & Nixon" che arriva nei cinema oggi. La base di partenza è quantomeno improbabile, pur essendo tutto vero: Elvis, una delle più grandi icone nella storia della musica, nell'inverno del 1970 decide di scrivere una lettera chiedendo di incontrare il Presidente Nixon e di essere nominato agente federale aggiunto perché preoccupato per le sorti del suo amato Paese, per consegnarla poi di persona ai cancelli della Casa Bianca. Una marcia di avvicinamento lunga due giorni con al proprio fianco il fido Jerry Schilling (Alex Pettyfer) che culminerà nello storico incontro, nonostante l'iniziale riluttanza di Nixon.
Un aiuto fondamentale per la stesura della storia è arrivato proprio dai veri Schilling e Egil "Bud" Krogh, il consigliere di Nixon qui interpretato da Colin Hanks, che hanno fornito la loro testimonianza diretta di quei giorni, permettendo una ricostruzione abbastanza fedele degli avvenimenti e aiutando gli attori a comprendere meglio i protagonisti della vicenda.
Shannon, meno delicato nel volto dell'originale, veste i panni di "The King" riuscendo a non eccedere nei gesti tipici delle migliaia di sosia di Elvis in giro per il mondo, cercando di lasciare da parte la "cosa", come dice anche nel film, e mostrare l'uomo con le sue ossessioni e fragilità. Il ritratto di Elvis ha comunque dei tratti quasi comici per il suo essere fuori dal mondo e consapevole della sua rilevanza. La passione per le pistole, i distintivi che sembravano travalicare il valore di semplice oggetto da collezione, la continua ricerca di un simbolo che attestasse il suo essere ruolo "salvifico" nei confronti degli Stati Uniti giunti, dal suo punto di vista, allo sbando per colpa dell'abuso di droghe, sono solo alcuni dei tratti distintivi di una superstar apparentemente in discussione con se stesso.
Dall'altra parte c'è un bravissimo Kevin Spacey che, dopo il successo planetario del suo Frank Underwood nella serie "House Of Cards" , è sempre più a suo agio nel ruolo di politico al potere e si pone in una posizione quantomeno particolare, all'interno della storia: prima incapace di capire l'utilità di un rocker ribelle e rabbioso nei confronti degli assistenti che, consapevoli del forte ritorno mediatico che avrebbe avuto l'incontro sull'elettorato, cercano a tutti i costi di organizzarlo, poi quasi deferente nei confronti di Elvis e sorpreso dalla sintonia con lo stesso. Quello tra Nixon ed Elvis viene raccontato come un vero e proprio match con il primo che accetta la "seccatura" in cambio di una foto e di autografo per la figlia Julie (l'altra ama i Beach Boys), l'altro che prima rifiuta la foto (divenuta poi la più richiesta tra quelle degli Archivi Nazionali) e poi acconsente, l'uno che offre all'altro la possibilità di toccare un frammento di luna spedito da Aldrin e l'altro che risponde di averne uno uguale a casa, in una serie di concessioni, dimostrazioni reciproche e continuo scavallamento delle procedure tra il Presidente e il Re che, pur teoricamente partendo da basi diverse, arrivarono entrambi alla stessa conclusione.
Del resto lo stesso Elvis esplose sulle scene alla fine degli anni '50 come più grande esponente della controcultura rock'n'roll, spesso bandito e additato da quello stesso grande Paese che avrebbe poi cercato di difendere...dalla controcultura e da tutto ciò potesse sembrare reazionario, e questo è qualcosa che sembrava cogliere il Presidente di sorpresa. L'incontro nella Stanza Ovale si sviluppa tra fasi di studio e dimostrazioni di "forza" del King che trova un Nixon inizialmente sospettoso poi via via concorde sulle preoccupazioni di Elvis. Si va dagli hippies alle Pantere Nere, alle droghe e ai Beatles, dipinti come fomentatori del sentimento anti-americano, dei drogati pronti solo a guadagnare soldi sul territorio americano per poi tornare in Europa e fare propaganda comunista. Buffo è pensare che solo cinque anni prima Elvis aveva accolto nelle sue stanze i Fab Four all'apice del loro successo americano con un misto di stima ma, pare, anche di preoccupazione per l' impatto devastante del fenomeno sulle nuove generazioni e il timore di sentirsi sorpassato.
"Elvis & Nixon" è l'incontro tra due icone del mondo occidentale che Spacey e Shannon rivelano in modo magistrale e divertente in ogni singolo gesto, anche grazie al lavoro di contesto dei personaggi secondari e alle difficoltà trovate nel preparare il terreno per il momento fatidico, perdendosi forse solo qualche volta nel superfluo, come la lotta contro il tempo di Schilling per tornare a Los Angeles dalla fidanzata (qui interpretata dalla cantante Skye Ferreira).