Emergenza Cyberbullismo, ne sono vittima 4 bambini e ragazzi disabili su 10
Emergenza Cyberbullismo, ne sono vittima 4 bambini e ragazzi disabili su 10
22 dicembre 2022, ore 18:39 , agg. alle 21:12
Oltre il 35% dei giovani con disabilità ha subito almeno un episodio di violenza fisica, emotiva, psicologica o verbale da quando utilizza i social, i servizi di messaggistica o i giochi online
Secondo uno studio recente, citato dall'agenzia Ansa, più del 35% dei giovani con handicap ha subito, almeno una volta, violenza fisica, sessuale, psicologica o verbale, da quando utilizza i social, i servizi di messaggistica o i giochi online. Lo rivela l'indagine presentata alla consegna del Premio PreSa 2022, promosso da PreSa-Prevenzione Salute e dalla Fondazione Mesit, consegnato oggi a Roma. Lo studio è stato realizzato, su internet, su un campione di 1.000 ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 17 anni dall'Associazione nazionale dipendenze tecnologiche e cyberbullismo.
Nel mirino i ragazzi con disabilità
Nel mirino dei cyberbulli, in particolare, chi è affetto da disturbi mentali (39%) e difficoltà cognitive (31%). Limitazioni fisiche e malattie croniche, invece, rappresentano il 30% del campione dei soggetti che vengono aggrediti su internet. "Dilagano abusi e dipendenze web: non basta condannare, serve formazione obbligatoria a scuola", ha affermato lo psicologo Giuseppe Lavenia, presidente dell'Associazione Di.Te. e responsabile del portale dipendenze.com. "I risultati dimostrano ancora una volta che il web non e' un posto per bambini e che bisogna attivare una sorta di patentino digitale, previa formazione, per creare consapevolezza in bambini e genitori prima dell'acquisto dello smartphone", ha aggiunto Lavenia. "E' necessario portare in aula l'educazione alla salute e alla prevenzione, informando anche sui pericoli e le opportunità del web. Deve essere materia obbligatoria e con pari dignità delle altre".
Tecnologia importante, ma attenti ai rischi
"La tecnologia", ha commentato il presidente della Fondazione Mesit, Marco Trabucco Aurilio, "ha cambiato la nostra vita in meglio, da molti punti di vista, inclusi i progressi della medicina con un indiscutibile vantaggio per la qualità di vita dei pazienti, ma questi progressi devono essere accompagnati da un cambio di paradigma, da una vera e propria rivoluzione culturale che passi da percorsi formativi e da un approccio più consapevole alla tecnologia soprattutto per le fasce più fragili e a rischio della popolazione a partire da minori e disabili".