Emilia Romagna, il tempo migliora ma l'allerta resta rossa. Onu: in 50 anni dodicimila eventi estremi
22 maggio 2023, ore 14:15
Preoccupano le frane, situazione ancora critica nel ravennate. Ingenti i danni all'agricoltura secondo Coldiretti, mentre il Wmo lancia un allarme sui fenomeni climatici
L’acqua si sta ritirando da Forlì, Cesena, alcune delle zone più colpite dalla violenta alluvione. Le condizioni meteo lentamente migliorano ma resta l’allerta rossa. A preoccupare soprattutto il rischio di frane. Sono quasi cinquemila finora gli interventi dei Vigili del Fuoco, concentrati soprattutto nel ravennate, dove la situazione è ancora complessa. Il sindaco di Ravenna ha parlato di una corsa contro il tempo e della necessità di idrovore, con un vero e proprio "lago alle spalle della città".
STRADE E TRENI
La polizia invita gli automobilisti a non recarsi nelle province di Forlì, Cesena e Ravenna dove la viabilità secondaria è ancora interessata dalla presenza di fango e di acqua e per lasciare libera la circolazione ai veicoli destinati al soccorso e al ripristino. Intanto questa mattina hanno ripreso a circolare le tratte ferroviarie Rimini-Forlì e Ravenna – Rimini, come annunciato da una nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.COLDIRETTI, BILANCIO DEI DANNI
Intanto si cerca di stimare i danni. Secondo Coldiretti l'alluvione ha distrutto più di cinquemila aziende e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese, con una produzione lorda di 1,5 miliardi di euro. Secondo un primo bilancio, si sono persi almeno 400 milioni di chili di grano. L'esondazione ha sommerso i frutteti, provocando la necessità di reimpiantare 15 milioni di piante. Preoccupante anche la situazione di 250mila capi di bestiame. A rischio, secondo l'associazione, almeno 50mila posti di lavoro.ONU, IN 50 ANNI 2 MILIONI DI MORTI
Oltreoceano intanto, l'Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo), che fa capo all'Onu, lancia un allarme: dal 1970 al 2021 nel mondo sono stati dodicimila gli eventi metereologici, climatici e idrici estremi. Fenomeni che hanno causato più di 2 milioni di morti, di cui il 90% nei Paesi in via di sviluppo, e danni economici per 4.300 miliardi. Dati che raccontano però, precisa l'organizzazione, anche di come siano migliorate la capacità nel dare allarmi precoci e la gestione dei disastri, elementi che hanno permesso di ridurre il numero di perdite umane negli ultimi 50 anni.Argomenti
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