Ergastolo al baby boss che uccise un pizzaiolo a Napoli, per un paio di scarpe sporcate. La mamma della vittima, volevo sentire solo la parola ergastolo
Ergastolo al baby boss che uccise un pizzaiolo a Napoli, per un paio di scarpe sporcate. La mamma della vittima, volevo sentire solo la parola ergastolo Photo Credit: Fotogramma.it
30 gennaio 2025, ore 18:30
È stata accolta con un grido di gioia, e con gli occhi pieni di lacrime da parte dei genitori della vittima, la condanna di Francesco Pio Valda all'ergastolo con isolamento diurno di sei mesi per l'omicidio di Francesco Pio Maimone
I giudici della prima Sezione della Corte d'Assise di Napoli hanno condannato al carcere a vita il baby boss per l'omicidio del pizzaiolo 18enne ucciso con un colpo di pistola al petto al culmine di una lite alla quale era estraneo, scoppiata per un paio di scarpe sporcate. Stesso nome per killer e vittima, Francesco Pio, ma le analogie finiscono qui: perchè il 18enne Maimone era con i suoi amici nella zona degli chalet di Mergellina, a Napoli, quando Valda, 21 anni, sparò all'impazzata tra la folla dopo una lite con altre persone per un drink versato su una scarpa. Era il marzo del 2023, oggi la lettura della sentenza è stata accolta da urli di gioia e commozione dai familiari della vittima. La mamma ha detto che voleva sentire una sola parola: ergastolo.
LA MAMMA DELLA VITTIMA, VOLEVO SENTIRE UNA SOLA PAROLA: ERGASTOLO
Da un lato c'è quel sentimento di soddisfazione, perchè giustizia è stata fatta riconoscendo il carcere a vita al giovane accusato dell'omicidio del figlio. Ma Concetta Napolitano si rivolge ancora una volta ai giovani con lo stesso messaggio: 'deponete le armi'. "Le mamme non ce la fanno più, abbiamo partorito i nostri figli e qualche balordo ce li ha tolti", ha detto ancora la mamma di Francesco Pio Maimone. Pregavo tutte le sere affinché avessimo giustizia: ringrazio magistrati, avvocati e polizia per le indagini. Noi siamo persone oneste che lavorano, ha detto, invece, Emanuele Maimone, fratello di Francesco Pio.
IL PROCESSO
Lo scorso aprile, in aula, Francesco Pio Valda fu riconosciuto da un testimone come l'assassino di Francesco Pio Maimone: Il primo colpo l'ho sentito, poi l'ho visto sparare di nuovo, ad altezza uomo, raccontò alla Corte d'Assise di Napoli. Una testimonianza schiacciante, seguita all'incriminazione di un'altro teste per falsa testimonianza. Il cugino del titolare di uno degli chalet dove è avvenuto il delitto, in aula aveva ritrattato alcune dichiarazioni precedentemente rese, dicendosi non in grado di riconoscere i partecipanti alla lite al termine della quale Valda avrebbe sparato, uccidendo Maimone. In seguito per evitare condizionamenti, la pm Antonella Fratello aveva deciso di secretare la lista dei testimoni.
IL DELITTO
Francesco Pio Maimone, finito di lavorare nella pizzeria del cognato, aveva raggiunto gli chalet di Mergellina con due amici. I tre s’era seduti a un tavolino e consumavano noccioline. Pochi passi più in là tanti altri ragazzi, come sempre accade nei fine settimana. Tra la folla una comitiva di giovanissimi proveniente dal rione Traiano e una proveniente dall’altro lato della città, dal quartiere Barra. Quando tutto accade in pochi istanti: un cocktail rovesciato sporca la scarpa di qualcuno e spunta una pistola. A impugnarla, secondo la ricostruzione investigativa, è Francesco Pio Valda. E partono i colpi di pistola. Un proiettile raggiunge l’innocente Francesco Pio Maimone. Valda si da subito alla fuga, viene caricato in macchina da una persona e portato via. uno degli amici della vittima racconterà a caldo che pensava fosse svenuto e invece Francesco Pio gli è morto tra le braccia. Come in un brutto e assurdo film.