10 novembre 2022, ore 21:00
Dalla proroga dei crediti di imposta e del taglio alle accise, all'aumento del tetto al contante, dalle modifiche al superbonus all'incremento della produzione di gas, alla rateizzazione delle bollette: il premier Meloni terrà domani una conferenza stampa
L’intervento con cui il governo intende fronteggiare il caro energia implica risorse complessive per poco superiori ai 9 miliardi di euro: è il quarto provvedimento a sostegno di famiglie e imprese, considerando i tre dei governi precedenti, il primo invece dell’esecutivo Meloni.
Le misure
Tra le misure: dalla proroga crediti di imposta e al taglio alle accise, fino all'aumento del tetto al contante fino a 5mila euro. E ancora dalla revisione del superbonus all'incremento della produzione di gas naturale alla rateizzazione delle bollette. Insomma, dei 9 miliardi una buona fetta andrà spesa per prorogare fino al 31 dicembre i crediti di imposta per l’acquisto di energia. Prevista anche la possibilità per le aziende di chiedere la rateizzazione delle bollette di luce e gas. La misura è destinata alle "imprese residenti in Italia". Un miliardo e mezzo invece sarà speso per prorogare il taglio alle accise dei carburanti fino al 1 gennaio.
Trivelle
Nel decreto anche lo sblocca trivelle. Con il rilascio di nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia. Sale inoltre da 600 a 3 mila euro la soglia dei premi esentasse che le imprese potranno concedere ai dipendenti come benefit per pagare le bollette. Sale invece a 5mila euro la soglia entro cui è possibile pagare in contanti. Modifiche anche al Superbonus al 110 per cento, ma dovrebbero arrivare non prima della prossima primavera. Quando si dovrebbe passare al 90 per cento. L’agevolazione verrebbe confermata anche per gli immobili unifamiliari ma con un limite di reddito a 15mila euro.
Gli industriali
Domani ci sarà la conferenza stampa del premier Giorgia Meloni, che ha in agenda anche l’incontro con gli industriali. Ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, mettere un argine ai costi stellari dell'energia, sostenere i consumi, che rischiano di andare a picco strozzati dal caro-prezzi e dalla perdita di potere d'acquisto delle famiglie: le imprese, grandi e piccole, si ritrovano sostanzialmente allineate su queste priorità per il governo. Interventi chiesti per rilanciare la competitività e fermare l'effetto domino su produzione, occupazione e crescita. Temi che saranno sul tavolo dell'incontro domani a Palazzo Chigi, convocato dalla premier, dopo il primo confronto con i sindacati. Ventidue le sigle invitate, tra cui Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato ed Alleanza delle cooperative. Sul taglio del cuneo fiscale insiste da tempo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, chiedendo un intervento da 16 miliardi con un impatto per un terzo a favore dei datori di lavoro e per due terzi a favore dei lavoratori e, quindi, con il risultato di mettere nelle loro tasche oltre 1.200 euro l'anno. Un intervento sul costo del lavoro sostenuto anche da altre sigle, dai commercianti alle coop. Fino a fine anno, previsto dall'ultima legge di Bilancio, è intanto in vigore la decontribuzione del 2% per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro. E c'è l'emergenza bollette, con il conto per la sola industria manifatturiera schizzato quest'anno a 110 miliardi dagli 8 miliardi del 2019. E a 33 miliardi per il terziario, come stimato dalle rispettive associazioni. Rincari che colpiscono più o meno tutti i settori: il commercio, la ristorazione, la filiera turistica. "Al primo punto dell'agenda politica c'è il caro energia", che sta "mettendo in ginocchio il sistema delle imprese. La prospettiva per moltissime attività è la chiusura", rimarca il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. A governo e Parlamento chiede "di proseguire lungo la strada dei sostegni" e rilancia tra l'altro l'urgenza di fissare un tetto al prezzo del gas. Sono 30mila le imprese e 130mila i posti di lavoro a rischio nel settore ristorazione-pubblici esercizi, come evidenziato all'assemblea annuale della Fipe.
Made in Italy
Una spinta può arrivare dal sostegno al Made in Italy: un provvedimento specifico e incentivi saranno collegati alla manovra, anticipa il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso. Urgente, per le imprese, è inoltre intervenire sui consumi, attesi in frenata anche a cavallo di Natale: per l'ultima parte dell'anno Confesercenti prevede un ulteriore calo di 3 miliardi della spesa delle famiglie. Per questo propone la detassazione delle tredicesime e degli aumenti salariali. Aperta la discussione sulla flat tax anche incrementale (sull'incremento di reddito nel 2022 rispetto al maggiore dei redditi dichiarati nei tre anni precedenti).