Esecutivo, domani il voto di fiducia a Montecitorio, il neo-premier Giorgia Meloni parla alle 11

Esecutivo, domani il voto di fiducia a Montecitorio, il neo-premier Giorgia Meloni parla alle 11

Esecutivo, domani il voto di fiducia a Montecitorio, il neo-premier Giorgia Meloni parla alle 11


Mercoledì la votazione a Palazzo Madama, il Carroccio intanto rilancia sulla flat tax. E si apre anche la partita del sottogoverno, con la nomina dei sottosegretari e quella dei viceministri, ma le acque sono ancora agitate soprattutto dentro Forza Italia

Dopo l'insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, il passaggio di consegne con Mario Draghi, e l'incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, la neo premier sta ultimando il discorso con cui dovrà ottenere la fiducia della maggioranza alla Camera - sarà in Aula domani alle 11, il voto previsto per le 19 - e al Senato (mercoledì), per la prima volta ridimensionate dopo il taglio dei parlamentari. E c'è molta attesa anche per l'annunciato intervento di Silvio Berlusconi a Palazzo Madama. Domani al Consiglio Ue per l'Energia ci sarà anche il consulente Roberto Cingolani (ex Ministro) con il neo ministro Pichetto Fratin. Da parte sua il neotitolare delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ha visto il capo della Guardia costiera, e il partito leghista insiste sulla flat tax e sul superamento della legge Fornero in materia pensionistica.


Il subgoverno

Tutto quando si apre pure la partita del subgoverno, con la nomina dei sottosegretari e dei viceministri, ma le acque sono ancora agitate dentro Forza Italia, lacerata dallo scontro su Licia Ronzulli. Il vicepresidente della Camera Mulè chiede ad Antonio Tajani e Annamaria Bernini di fare un passo indietro nell’organigramma del partito dopo la nomina a ministri.


Fi

E davvero non c'è pace in Forza Italia. Ora difatti la battaglia tra 'ronzulliani' e 'governisti' prosegue sui sottosegretari e i vice ministri: numeri alla mano, dalle parti di Arcore contano di ottenere 7-9 caselle dall'alleato Giorgia Meloni. Al netto delle divisioni e dei complicati equilibri interni, che di fatto rischiano per diventare un'altra grana per la stessa Meloni, chiamata a usare il 'bilancino' anche per la partita dei sottosegretari, Silvio Berlusconi avrebbe indicato alcuni nomi, da lui considerati irrinunciabili per l'ingresso nella squadra di Palazzo Chigi. Esponenti storici di Fi, alcuni dei quali rimasti fuori dal Parlamento alle elezioni del 25 settembre. Si tratterebbe del responsabile giustizia Francesco Paolo Sisto, uno dei legali del Cav, eletto a palazzo Madama, e dato in pole come 'vice' del Guardasigilli Carlo Nordio; del capogruppo uscente alla Camera, Paolo Barelli, fedelissimo di Tajani, confermato deputato ma che dovrebbe essere 'risarcito' per aver passato la mano alla guida del gruppo azzurro, magari come viceministro dell'Interno. Ma anche di Valentino Valentini, consigliere di Berlusconi per la politica estera, dato in corsa come vice alla Difesa ma anche agli Esteri, dove però c'è già l'azzurro Tajani; dell'ex presidente della Vigilanza Rai, il senatore Alberto Barachini, papabile, anche lui, per un posto di sottosegretario.


Le parti sociali

Nel frattempo in vista della legge di Bilancio, il segretario della Cgil Maurizio Landini incalza l’esecutivo sulle pensioni: "Non ci accontentiamo di qualche quota, vogliamo una riforma complessiva". E al nuovo esecutivo il presidente di Confindustria Bonomi chiede 'scelte immediate ed efficaci' a favore dell'industria, di fronte alla minaccia dovuta all'aumento dei costi dell'energia.


L’opposizione

Domani intanto Beppe Grillo tornerà a Roma per conoscere i neoeletti del Movimento Cinque Stelle. E giovedì e venerdì sono previste la segreteria e la direzione del Partito Democratico. L’opposizione insomma cerca di riorganizzarsi.

 


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