Esecutivo, il premier Draghi da Parigi lancia un nuovo monito sia sull’inflazione sia sull’energia
Esecutivo, il premier Draghi da Parigi lancia un nuovo monito sia sull’inflazione sia sull’energia
09 giugno 2022, ore 17:53
Allarme pure sulla guerra: “Con milioni di tonnellate di cereali bloccati nei porti sul Mar Nero, il rischio è una catastrofe umanitaria. Vanno fornite a Zelensky le garanzie che, una volta sminate le acque, non ci siano gli attacchi delle navi russe”
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha scelto la ministeriale dell'Ocse a Parigi per lanciare almeno un paio di messaggi chiari. Primo, l'inflazione in crescita "non è il frutto di un surriscaldamento dell'economia", a differenza di quanto accade negli Usa, ma piuttosto il prodotto di una serie di "choc sul lato dell'offerta", prodotti prima dalla pandemia di Covid-19 e poi dalla guerra in Ucraina. Secondo, serve un intervento comune per frenare la finora irresistibile ascesa dei prezzi dell'energia in Europa: non un Next Generation Eu bis, ma piuttosto un remake di Sure, il programma Ue voluto da Paolo Gentiloni e Nicolas Schmit nella primavera del 2020, che ha sostenuto gli schemi nazionali di sostegno all'occupazione. La differenza è che, mentre Next Generation Eu comprendeva sia trasferimenti che prestiti, Sure, che di Next Generation Eu è stato l'antesignano, è composto solo da prestiti, che a differenza dei trasferimenti vanno restituiti. Prestiti che però hanno tassi di favore.
L’Italia
L'Italia ha fatto largo uso di Sure per sostenere la cassa integrazione: una scelta che si è rivelata previdente, perché ha favorito una ripartenza relativamente rapida nei servizi che erano stati paralizzati dalla pandemia, ad esempio negli aeroporti, che in Italia stanno reggendo il ritorno dei flussi molto meglio rispetto a quanto accade, per esempio, in Olanda. Anche se in maggio nell'Eurozona i prezzi sono "aumentati dell'8,1%", spiega Draghi, se si guarda all'inflazione core, depurata dalle componenti più volatili, l'aumento "è solo della metà". Un "balzo" che, pur essendo "significativo", è "molto inferiore" a quello osservato negli Usa. E in Italia la core inflation è ancora più bassa, al "2,9% a maggio". Tutti "segnali - nota l'ex banchiere centrale - che c'è ancora capacità inutilizzata nell'economia". L'inflazione, dunque, avverte Draghi, non è il prodotto di un'economia "surriscaldata", come quella americana dove i salari corrono, ma piuttosto di una serie di "choc" sul versante dell'offerta.
I salari
A complemento delle parole sull'inflazione, Draghi assicura che, anche se i salari devono "recuperare il loro potere di acquisto", non bisogna "creare una spirale prezzi-salari, che provocherebbe tassi di interesse ancora più alti". Il messaggio in sottotesto, ma l'ex presidente della Bce non lo esplicita, sembra essere che, se da un lato i governi dei Paesi più indebitati garantiscono che i salari non si metteranno a correre, alimentando ancora di più l'inflazione, dall'altro si aspettano, nella situazione attuale con una guerra alle porte dell'Ue, che la normalizzazione della politica monetaria nell'area euro sia graduale e non brusca. Sono diffusi, anche tra gli analisti finanziari, i timori che la stretta in vista da parte della Bce possa provocare una recessione in Europa.
L’energia
Draghi, che ieri sera ha visto Emmanuel Macron all'Eliseo, parla poi di uno dei fattori alla base dei rincari dei prezzi, l'energia. E, se ricorda che il Consiglio Europeo ha aperto alla possibilità di introdurre un price cap sul gas dando mandato alla Commissione di analizzarne la fattibilità, non si fa troppe illusioni: "La strada potrebbe essere lunga", avverte, sapendo che le resistenze dei Paesi del Nord non sono state affatto superate, anche se Bruxelles ha appena dato il via libera al price cap sull'elettricità di Spagna e Portogallo. Lisbona e Madrid si trovano però in una situazione del tutto particolare: hanno pochi collegamenti con il resto d'Europa e usano poco gas, ma si trovano il prezzo dell'elettricità alle stelle, per via del collegamento con il prezzo del gas. E, per ottenere la 'excepcion iberica', Pedro Sanchez dovette alzarsi e lasciare la sala del Consiglio Europeo di marzo, per vincere la resistenza di Germania e Olanda.
Il rischio
Draghi, che governa un Paese dirimpettaio di Tunisia e Libia, ricorda anche il rischio che la guerra in Ucraina, con "milioni di tonnellate" di cereali bloccati nei porti sul Mar Nero, provochi una "catastrofe umanitaria". Si rammarica che gli "unici" sforzi di mediazione volti a sbloccare le vie marittime siano portati avanti dalle Nazioni Unite e sottolinea che vanno fornite al presidente ucraino Volodymyr Zelensky "le necessarie garanzie" che i porti, una volta sminate le acque, non verranno attaccati dalle navi russe. Kiev non si fida dei russi, che chiedono anche un allentamento delle sanzioni per lasciar partire il grano ucraino.
Le sanzioni
Il presidente del Consiglio infine cita i 6 pacchetti di sanzioni varati dall’Ue contro la Russia, che "hanno inferto un duro colpo agli oligarchi vicini al Cremlino e a settori chiave dell'economia russa". Sottolinea anche che "per essere efficaci, i nostri sforzi devono essere sostenibili nel tempo e coinvolgere le economie emergenti e in via di sviluppo". E rimarca che alla "determinazione dimostrata nei confronti dell'Ucraina" bisogna affiancare "la stessa risolutezza nell'aiutare i nostri cittadini e quelli delle parti più povere del mondo, in particolare in Africa".