Esecutivo, il premier Giorgia Meloni ‘chiama’ gli industriali: "Avanti mano nella mano, per l'Italia”

Esecutivo, il premier Giorgia Meloni ‘chiama’ gli industriali: "Avanti mano nella mano, per l'Italia”

Esecutivo, il premier Giorgia Meloni ‘chiama’ gli industriali: "Avanti mano nella mano, per l'Italia”   Photo Credit: Agenzia Fotogramma


18 settembre 2024, ore 15:00

Per illustrare il suo pensiero il presidente del Consiglio ha citato Adriano Olivetti: "Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica". E ha sottolineato di aver "molto apprezzato" la relazione pronunciata dal leader di Confindustria Orsini

"Con questo governo le porte saranno sempre aperte a chi vuole offrire proposte, soluzioni concrete ai problemi che abbiamo. Propongo quindi di vederci da subito, presidente Orsini, c'è tanto lavoro da fare con la legge di Bilancio e quant'altro, cerchiamo di organizzare il prima possibile un incontro.” Giorgia Meloni ha concluso così il suo intervento all'assemblea generale di Confindustria, un discorso di quasi 50 minuti, a braccio, in cui ha affrontato numerosi temi, dalle previsioni di crescita del Pil alla riforma della Giustizia, passando per il green deal europeo e la nomina di Fitto a commissario Ue.

L’auditorium

"Confido che continueremo a lavorare insieme", ha aggiunto rivolgendosi alla platea dell'auditorium del Parco della Musica, con in prima fila il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, i due vice premier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, ma anche i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, quello del Lavoro, Marina Calderone, quello dell'Università Anna Maria Bernini, la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. "Avrete un confronto leale e regole certe, non andremo sempre d'accordo ma la penseremo sempre sullo stesso modo su un punto: l'Italia può ancora stupire e lasciare tutti a bocca aperta. A lungo abbiamo rincorso gli altri, è arrivato il momento di farci rincorrere dagli altri e lo possiamo fare", ha aggiunto la premier esortando Confindustria a camminare "mano nella mano" con il governo per il bene dell'Italia. "Avete saputo dimostrare nelle difficoltà le capacità del tessuto produttivo, smentendo i pronostici", ha continuato Meloni osservando come "il quadro" trovato al suo arrivo al governo "avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque", per via dello "scenario molto instabile, molto incerto, e i tentativi di risollevarci dalla crisi pandemica".

Olivetti

Per illustrare il suo pensiero Meloni ha citato Adriano Olivetti ("Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica") e ha sottolineato di aver "sinceramente molto apprezzato" la relazione illustrata poco prima da Orsini, aggiungendo che condivide "l'analisi riguardante lo scenario sui rischi che l'economia italiana ed europea corrono se non si invertono alcune tendenze". "Sono d'accordo con Orsini - ha proseguito Meloni - sui risultati disastrosi frutto di un approccio ideologico del green deal europeo: decarbonizzazione al prezzo di deindustrializzazione è una debacle. E' così". E quindi "lo vogliamo dire che è non intelligentissima come strategia? E lo diciamo perché siamo amici dell'Europa e vogliamo difendere la capacità industriale europea. Le persone amiche dell'Europa devono avere il coraggio di dire le cose che non funzionano", ha aggiunto Meloni precisando che "l'addio al motore endotermico nel 2035 è uno degli esempi più evidenti di questo approccio autodistruttivo".

Draghi

La presidente del Consiglio ha poi affermato: "Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell'Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungere, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei, e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare".

Il Pil

Per quanto riguarda il Pil nazionale, "sono fiduciosa", ha proseguito Meloni, "che si possa fare qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione: continuo a ritenere che il +1% sia a portata di mano, soprattutto dopo i primi due trimestri. Ogni trionfalismo sarebbe infantile ma non era scontato dopo anni trascorsi in fondo alle classifiche". Meloni è anche tornata sulla questione dell'intelligenza artificiale: "Noi la chiamiamo intelligenza, ma non è intelligenza: intelligente non è chi dà le risposte ma chi fa le domande, e quelle macchine le domande non le sanno fare". "Non credo che lo sviluppo dell'I.A. si debba e si possa frenare, ma faremmo un errore enorme se non lo governassimo perché l'impressione che ho io è che con l'avvento velocissimo delle tecnologie prendiamo il vantaggio senza saper riconoscere i rischi, che sono molti, come il divario competitivo che una tecnologia così forte può creare nel sistema geopolitico", come l'impatto sulla "democrazia" e "sul mondo del lavoro", ha tuttavia aggiunto la premier. Meloni ha anche affrontato il capitolo Giustizia: "Dicono che vogliamo fare la riforma" del settore "per controllare la magistratura, solo che invece noi togliamo il potere della politica di scegliere una parte dei membri del Csm, per costruire un sistema che finalmente liberi la stragrande maggioranza dei giudici che vogliono fare bene il loro lavoro dal giogo delle correnti politicizzate".



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