Esecutivo, Meloni a Bruxelles in pressing sul gas e sulla manovra: “Il Parlamento la approvi presto”

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Esecutivo, Meloni a Bruxelles in pressing sul gas e sulla manovra: “Il Parlamento la approvi presto”


Atteso per domani in Commissione alla Camera il pacchetto di emendamenti governativi sul ddl di bilancio. Il tetto al contante resterebbe immutato, mentre per la soglia per i pagamenti con il Pos, senza sanzioni per gli esercenti, avanza la quota di 30 euro

Al suo primo vertice Ue la premier Giorgia Meloni ha condannato il Qatargate, definito una vicenda “devastante", ha sottolineato l’esigenza di trovare una soluzione riguardo al meccanismo di riduzione del prezzo del gas, e ha ribadito la richiesta di affrontare la questione migratoria "su un piano strutturale". Non è mancata la rivendicazione del fatto che la Commissione abbia riconosciuto che l'Italia ha adottato "una manovra molto seria". Da qui l’appello al Parlamento italiano a fare presto.


Il pacchetto

Ed è atteso per domani qui in commissione Bilancio alla Camera il pacchetto di emendamenti del governo proprio sulla manovra. Il tetto al contante resterebbe immutato, mentre per la soglia per i pagamenti con il Pos, senza sanzioni per gli esercenti, circola l’idea di un massimo di 30. Si va verso una nuova stretta al reddito di cittadinanza, che sarebbe prorogato per 7 mesi anziché 8, liberando risorse per circa 200 milioni. Ma la ministra del Lavoro, Marina Calderone, nega. C’è infine un'apertura alla proroga del Superbonus al 31 dicembre


M5S

Intanto applausi, selfie e baci per il leader del Movimento 5 stelle allo Zen di Palermo. Accolto con molto calore nel mercato rionale, Giuseppe Conte stamane non si è sottratto all'abbraccio delle persone che lo hanno fermato a ogni passo per scambiare una parola o una stretta di mano. "Amore", gli ha gridato una donna, mentre altri al suo passaggio tra le bancarelle di frutta e verdura, gli urlavano "Sei il numero uno", "Hai fatto cose giuste"... L'ex premier ha incontrato alcuni beneficiari del reddito di cittadinanza ascoltando le loro storie e le loro richieste in un giardino pubblico, alle spalle del mercato. "Non possiamo fare a meno di questo sussidio", gli ripetevano tutti. Alcuni reggevano uno striscione: "Se il reddito è metadone, il vitalizio è un sopruso ai poveri", vi si leggeva. "Noi abbiamo votato tutti per lei, come mai ha vinto Giorgia Meloni", gli ha domandato una donna, mentre altri urlavano "A Palermo non si trova lavoro" e "date il reddito anche ai carcerati". Un'accoglienza simile Conte l'aveva ricevuta nei mesi scorsi, prima del doppio voto alle Politiche e alle Regionali del 25 settembre, in un'altra borgata, questa volta nel centro città, a Borgo Vecchio dove gli ambulanti se lo contendevano e lo accoglievano con espressioni del tipo: "Arriva il papà del reddito di cittadinanza". E in Sicilia, del resto, il suo M5s in occasione delle consultazioni elettorali ha navigato a vele spiegate. Lo Zen, Zona espansione nord, è uno dei quartieri più complessi di Palermo. Non è un caso che Giuseppe Conte abbia iniziato qui la sua breve missione palermitana, per rilanciare una volta di più, in una terra che peraltro lo ha premiato, la sua crociata. E' "la periferia per antonomasia", ha commentato alla fine, "uno dei tanti luoghi di Italia dove la fragilità sociale ha messo radici. Ho visitato il mercato che vive tra questi palazzi, incontrando tanti cittadini che mi hanno raccontato il loro disagio. Persone che si spaccano la schiena per dodici ore al giorno per un salario da fame". Cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza, ha sottolineato l'ex premier, "per rilanciare la propria vita, non certo per accomodarsi su un divano. Sono donne e uomini che non intendiamo abbandonare, che intendiamo difendere dalle scelte di questo governo, ben attento a tutelare i privilegiati e sordo alla voce di chi è in difficoltà". Quindi l'avvertimento: "Non molliamo di un centimetro".


L’asse

Nel frattempo l'ultimo tassello che rimane al redivivo asse Pd-M5s in Lombardia è il pronunciamento degli iscritti annunciato oggi da Giuseppe Conte. Il presidente M5s ha aperto, con un video appello pubblicato sui canali social del Movimento, all'alleanza con il Partito Democratico per vincere in Lombardia. Un appello in cui Conte lascia intendere, tra le righe, quale sia il suo orientamento: "Da soli avremo meno chance". La corsa in solitaria, tuttavia, non sembra essere un’ipotesi realistica, specie in una regione, la Lombardia, in cui il Movimento 5 Stelle è storicamente molto debole e in una tornata elettorale, le Regionali, in cui vince il candidato che prende un voto più dell'altro, senza secondo turno. "Ora siete voi chiamati ad esprimervi", spiega Conte nel video: "Voi iscritti dovete decidere se questo percorso deve essere finalizzato con una proposta rivolta anche alle altre forze politiche o se non dare seguito a questo percorso e andare da soli, offrendo una proposta in autonomia, ma con minori chance di essere competitivi". Se gli iscritti dovessero scegliere di appoggiare la coalizione di centrosinistra, sarebbe il dem Pierfrancesco Majorino, in campo già da un mese, il candidato per vincere contro la destra e il Terzo Polo, che ha schierato Letizia Moratti. Nel Lazio, invece, gli esponenti pentastellati sono ancora in attesa di segnali dal gruppo dirigente nazionale. Al momento l'unico nome in campo è quello di Alessio D'Amato.


Il buio

Per il resto è buio fitto per quanto riguarda le candidature e le alleanze in vista delle regionali di febbraio. Lo stesso D'Amato, ad oggi, non sa ancora su quali e quante forze contare per la sua corsa. I Cinque Stelle del Lazio avrebbero continuato il percorso avviato con Nicola Zingaretti, proseguendo sulla strada della collaborazione con il Pd. Ma la strada è stata sbarrata dallo stesso Giuseppe Conte nella conferenza in cui ha attaccato i dem per il termovalorizzatore nel Lazio, chiudendo la porta a qualsiasi dialogo con il gruppo dirigente dem. Da quella conferenza stampa è passato un mese e mezzo e nulla si è mosso nella galassia M5s. E' Conte con i suoi vice a gestire tutta la partita, viene spiegato. Nei prossimi giorni sono attesi degli incontri con i livelli provinciali del partito che, da parte loro, avevano inviato una serie di criteri per la scelta delle candidature. Senza risposta, viene riferito ancora. Rispetto a questa incertezza, l'unico elemento di conforto per i dem è la constatazione che nell'altro campo le cose non vanno affatto meglio. Il centrodestra è ancora alla ricerca di un candidato da contrapporre ad Alessio D'Amato. "Sulla candidatura per le Regionali nel Lazio siamo in grave ritardo", ammette Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Forza Italia. Il nodo interno al centrodestra riguarda Fratelli d'Italia. E' al partito di Meloni che gli alleati chiedono di avanzare un nome. Per Salvini, "la vittoria è a portata di mano", pronostica, sollecitando il centrodestra a calare le carte: "Conto che in questo fine settimana gli amici alleati ci offrano il nome del candidato governatore, almeno al pranzo di Natale si potrà discutere con chi ci è a fianco di cosa accadrà. Spero che sia il fine settimana giusto", ribadisce il vicepremier leghista.     


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