Esecutivo, Meloni apre agli agricoltori: “Sì all’esenzione dell'Irpef per i redditi fino a 10mila euro”
Esecutivo, Meloni apre agli agricoltori: “Sì all’esenzione dell'Irpef per i redditi fino a 10mila euro” Photo Credit: Agenzia Fotogramma
09 febbraio 2024, ore 17:30
Intanto al Quirinale celebrato il Giorno del Ricordo per omaggiare le vittime delle Foibe e l’esodo istriano. Il Presidente Mattarella denuncia “il muro di imbarazzo e di oblio” costruito negli anni. Il ministro degli Esteri Tajani: “Ricordare è un dovere”
Esenzione dell'Irpef ai redditi che non superano i 10 mila euro, rafforzamento dei controlli dell'Autorità di contrasto per far rispettare i prezzi agricoli, difesa del Made in Italy (con una cabina di regia interforze contro le importazioni che non rispettano gli standard sanitari, la tracciabilità e le norme sull'origine), potenziamento del fondo di garanzia dell'Ismea per consentire alle imprese di accedere al credito bancario con tassi di interesse ridotti, stanziamento di 300 milioni per il prossimo triennio per far fronte alle emergenze in agricoltura: sono questi i punti chiave degli impegni che il governo ha preso con i rappresentanti delle sigle agricole nell'incontro a palazzo Chigi.
Le sigle
Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Fedagripesca e Copagri hanno visto la premier Giorgia Meloni, il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. «Credo che voi possiate riconoscere che in questi mesi l’aumento delle risorse a favore del comparto c’è stato ed è stato rilevante, seppur in una condizione difficile di bilancio, che anche voi conoscete bene. In 16 mesi non è possibile fare i miracoli e correggere anni di scelte sbagliate, ma io credo che l’inversione di tendenza sia evidente», ha detto Meloni alle associazioni di categoria.
Meloni
Meloni poi ha ricordato la scelta, nell’ambito della revisione del PNRR, di «aumentare i fondi destinati al settore agricolo da cinque a otto miliardi di euro per rilanciare gli investimenti per i contratti di filiera e aumentare l’indipendenza energetica dei produttori agricoli», ma anche il «Fondo per le emergenze con una dotazione di 300 milioni di euro per dare una risposta concreta, sostegni e ristori alle filiere più in difficoltà» o gli oltre 800 milioni stanziati «per innovare macchine e attrezzature, aumentare la produttività delle nostre imprese e migliorare la sicurezza sul lavoro». La premier ha pure sottolineato il lavoro «per una organizzazione dei flussi triennale che garantisse la forza lavoro necessaria alla produzione» e l'attivazione di «modelli di sicurezza e protezione per le filiere e un più attento controllo delle importazioni». Ma anche «il taglio delle accise sul carburante agricolo» e «la promozione dei prodotti italiani perché acquisiscano sempre maggior valore». In questa direzione, Meloni rivendica la scelta di aver bocciato la carne sintetica: «Misura sulla quale siamo stati contestati, ci hanno tacciato di ogni nefandezza, ma sulla quale avevamo ragione. L’Italia ha fatto da capofila e ha animato una maggioranza di 17 Nazioni che sta appoggiando la nostra posizione e dice insieme a noi che la carne sintetica, la carne prodotta in laboratorio, è una minaccia dal punto di vista etico, sociale, ambientale e per la salute».
Il Giorno del Ricordo
Intanto il ‘ricordo’, ma con lo sguardo inevitabilmente proiettato al presente, a quel che sta avvenendo in Medio Oriente, come in Ucraina. Il Giorno del Ricordo, celebrato al Quirinale in memoria delle Foibe, si consuma in bilico tra la celebrazione delle vittime della tragedia degli infoibati e il monito a che episodi di odio e guerra fratricida non si ripetano più. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Il ricordo delle tragedie deve essere fecondo, deve portare anticorpi, deve fare in modo che simili lacerazioni crudeli", gli attacchi "alla libertà, al rispetto dei diritti umani e della convivenza appartengano a un passato irripetibile". Oggi come oggi, spiega, "assistiamo con angoscia al risorgere di conflitti sanguinosi in nomi di odio e razzismo: dal Medio Oriente all'Ucraina, il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale sono messi a dura prova, i soprusi e le violazioni si moltiplicano e chiedono una nuova azione di contrasto" per difendere "le conquiste democratiche e sociali" acquisite.
Tajani
Lo sottolinea anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, per il quale il Giorno del Ricordo, che si celebra oggi, "è un omaggio dovuto alle vittime perché simili drammi non si ripetano mai più. Ricordare è doveroso ma non significa riaprire antichi conflitti": la tragedia delle Foibe "fu guidata da una ideologia sconfitta dalla storia, gli stati che hanno preso il posto della dissolta Jugoslavia non hanno alcuna responsabilità della violenza di allora, sono nazioni amiche e alleate che condividono il nostro sistema di valori, in particolare Croazia e Slovenia che fanno parte dell'Unione Europea e dell'alleanza atlantica. La storia ci dimostra l'importanza dell'unificazione dei Balcani all'interno dell'Unione europea, sfida primaria dell'Italia: è questo che ci rende apertamente e convintamente europeisti". E per il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara "dobbiamo ricordare le stragi e le tragedie imputabili a una ideologia totalitaria, quella del comunismo titino, che si è sostituita alla centralità della persona, allo stato di diritto, alla democrazia, per immunizzarci contro i rischi di un suo riemergere oggi di fronte al ritorno dell'odio ideologico e del tentativo di schiacciare l'altro, che ricompaiono persino in Europa".