Esecutivo, sì del Consiglio dei ministri alla riforma fiscale, Meloni: “Svolta necessaria all’Italia”

Esecutivo, sì del Consiglio dei ministri alla riforma fiscale, Meloni: “Svolta necessaria all’Italia”

Esecutivo, sì del Consiglio dei ministri alla riforma fiscale, Meloni: “Svolta necessaria all’Italia”


Tra le novità principali, la riduzione a tre aliquote Irpef, la flat tax per tutti entro la fine della legislatura, lo stop graduale all'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive. Ma centrosinistra e sindacati promettono opposizione, anche in piazza

Di sicuro il percorso per il nuovo fisco è ancora lungo, ma il primo passo è stato compiuto: dopo il via libera del Cdm al disegno di legge delega, l'approvazione in Parlamento entro maggio, e poi 24 mesi di tempo per i decreti legislativi attuativi. Tra le novità principali, la riduzione a tre aliquote Irpef, la flat tax per tutti entro la fine della legislatura, lo stop graduale all'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive, con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti nella prospettiva di istituire una sovraimposta che assicuri un gettito equivalente. In materia di tributi locali, invece, l’obbiettivo è consolidare l'autonomia finanziaria e assicurare l'attuazione del federalismo fiscale.


La semplificazione

Spazio anche alla semplificazione degli obblighi di dichiarazione per i contribuenti, a partire dalla modulistica, tramite nuove soluzioni digitali. Insomma, è un testo articolato in 5 parti e diviso in 22 articoli che punta in primo luogo a semplificare il sistema fiscale e a ridurre la pressione sui lavoratori dipendenti. Per il governo si tratta di una riforma fondamentale per rilanciare l'economia, con il premier Giorgia Meloni che parla di “svolta necessaria al Paese”, ma l’opposizione e i sindacati non ci stanno, e lavorano per una mobilitazione unitaria di protesta. Non è tutto. C’è anche il decreto per il Ponte sullo Stretto di Messina, soddisfatti soprattutto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e Forza Italia, come ha dichiarato il capogruppo alla Camera Cattaneo. Soddisfazione espressa dal ministro Calderoli anche per il disco verde al ddl sull'autonomia differenziata.


Meloni

Nel frattempo questa mattina a Palazzo Chigi hanno incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni una trentina di persone, molti giovanissimi, tre donne e anche alcuni minori, uno non accompagnato; familiari e superstiti del naufragio del 26 febbraio a Cutro. Un incontro, durato oltre un'ora in un clima definito "emozionato e commosso", aperto dalla stretta di mano della premier, del ministro degli Esteri Antonio Tajani e del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano. In quattro, tra i presenti, hanno preso la parola, ringraziando per l'invito, "per l'operato in loro aiuto, per quanto fatto dall'Italia in Afghanistan e per quanto ancora si potrà fare in futuro", riferisce Palazzo Chigi. Quindi hanno esposto le loro richieste facendo un "appello al suo cuore di madre", che tocca la premier: "sì, anch'io ho una figlia piccola". Quello che chiedono all'Italia è continuare la ricerca delle salme, favorire i ricongiungimenti in altri Paesi europei, principalmente in Germania, adoperarsi per i diritti in Afghanistan e per l'apertura di corridoi umanitari. La premier ha garantito che "proseguirà la ricerca delle salme, incluse quelle presumibilmente imprigionate nel barcone, ancora incagliato sul fondale". Per quanto riguarda le domande di accoglienza e di ricongiungimento familiare, Meloni ha chiesto uno schema preciso delle richieste, garantendo "l'impegno diplomatico dell'Italia in sede Ue" perché siano soddisfatte. Stesso impegno sarà messo, ha aggiunto, "per un Afghanistan libero e rispettoso dei diritti umani, in particolare di quelli delle donne" e "per superare le diverse crisi che hanno colpito Pakistan, Palestina e Siria". Nel corso del colloquio c'è stato anche spazio per ascoltare la ricostruzione di come è avvenuto il naufragio. Meloni, a questo proposito, ha chiesto quanto fossero consapevoli dei rischi legati alle traversate del Mediterraneo. La risposta di un cittadino siriano, secondo quanto si apprende, è che erano consapevoli del pericolo, ma che un analogo pericolo di morte lo avrebbero corso rimanendo nel proprio Paese o in Turchia. La premier ha anche ribadito "la linea del Governo nella lotta contro i trafficanti di esseri umani, al fine di evitare altre tragedie come quelle avvenute di recente". Al termine dell'incontro molti dei presenti hanno chiesto alla premier di scattare una foto insieme.



Cgil


Nel frattempo a Rimini è in corso il congresso della Cgil. E la più convinta appare la 'new entry' Elly Schlein. A meno di una settimana dalla sua investitura ufficiale all'assemblea del Pd, la neo segretaria dem cerca di lasciare il segno lanciando un appello al dialogo ai leader degli altri partiti dell'opposizione, Giuseppe Conte, Carlo Calenda e Nicola Fratoianni. La scenografia, come detto, è quella del palco del congresso nazionale della Cgil a Rimini. Tutti e quattro i leader sono ospiti del segretario generale Maurizio Landini. E Schlein chiede che il confronto "continui anche altrove, per essere più efficaci nel ruolo di opposizione". Un dialogo che vorrebbe trasferire "nelle piazze" e nei palazzi della politica, pronta a chiudersi "in una stanza, anche fino a notte fonda, per trovare qualcosa da fare insieme". L'idea è subito accolta con favore dal segretario di Sinistra italiana. "Io comincerei subito, siamo già in ritardo", accoglie l'appello Fratoianni. Sul palco di Rimini, speculare la proposta di Conte. Il leader M5s chiede agli ex alleati un patto "su istruzione, sanità, lavoro e rilancio produttività, lotta alle disuguaglianze". "Il tutto in una visione ecologica", puntualizza, avendo come "stella polare i valori costituzionali". Come è speculare l'interesse di entrambi - Schlein e Conte - all'incontro con Yolanda Diaz, ministra spagnola del Lavoro e dell'Economia sociale. Il leader M5s la vede appena arrivato al Palacongressi e fa trapelare "l'asse" siglato con la promotrice della riforma del lavoro a Madrid. La segretaria dem elogia il modello spagnolo e porta Diaz con sé nel punto stampa organizzato al termine del dibattito. Ogni riflessione sulle alleanze - frena, però, Conte - è un discorso "astratto" e "prematuro". "Partiamo da questi quattro grandi patti" su lavoro, sanità, scuola e disuguaglianze e "cerchiamo di costruire contenuti che ci possano dare un orizzonte di marcia comune e poi di lì si vedrà se c'è un perimetro", sottolinea. Come dire, le distanze tra le diverse forze politiche del centrosinistra permangono. E sono evidenti nelle punzecchiature tra Conte e Carlo Calenda, il quale, ancora prima di salire sul palco, chiarisce che a Rimini non si rifarà la "foto di Vasto" e che con Pd e M5s non ha alcuna intenzione di andare. Ovvero, il leader del Terzo Polo, che ammette di 'cercare' voti anche nell'elettorato di centrodestra, è il più timido rispetto a una riapertura del dialogo. Un confronto "sul merito deve esserci sempre, non c'è mai una preclusione ideologica", premette Calenda. "Questo non è un comitato di liberazione nazionale, perché siamo in democrazia. Ci sono punti che ci dividono profondamente e altri su cui possiamo lavorare insieme e abbiamo il dovere di farlo", conclude il capo di Azione.


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