Luca Viscardi
31 maggio 2022, ore 12:00 , agg. alle 12:56
Nella giornata del 30 maggio, nel corso delle normali lezioni scolastiche, sono scattati momenti di panico all’istituto Issar Amerigo Vespucci di Milano
Nella giornata del 30 maggio, nel corso delle normali lezioni scolastiche, sono scattati momenti di panico all’istituto Issar Amerigo Vespucci di Milano, dove un pacco batteria portatile è esploso mandando in fiamme lo zaino in cui era inserito, intossicando gli alunni e insegnanti, che in quel momento erano presenti nell’aula.
A seguito dell'incidente, la polizia e alcune ambulanze sono intervenute presso la scuola, dove l'insegnante e sette studenti hanno avuto bisogno delle cure dei sanitari e tre di essi sono stati trasportati al pronto soccorso per approfondimenti di sicurezza.
Il caso più grave non era però legato all'intossicazione dal fumo o al contatto con le fiamme, ma da una crisi di panico scaturita come conseguenza dell'evento, ma nessuno degli studenti fortunatamente ha subito conseguenze gravi.
Cosa è successo alla Powerbank, il pacco batteria?
Come molti sanno, le cosiddette Powerbank sono vere e proprie batterie supplementari, che accumulano energia, che all'occorrenza può essere trasferita agli smartphone, tablet o ad alcune consolle di videogiochi per permettere di ricaricarle anche quando non c'è energia elettrica disponibile.
A seconda dei modelli, le Powerbank possono contenere pacchetti batteria piccole, medie o grandi dimensioni, che portano con loro i rischi tipici di questo tipo di dispositivi, al cui interno ci sono acidi, che in particolari condizioni possono generare surriscaldamenti e arrivare alla condizione estrema di una piccola esplosione.
Probabilmente molti ricordano il caso di diversi anni fa, quando anche una linea di smartphone di Samsung fu colpita dalla piaga delle batterie difettose che generarono diversi casi di combustione e di esplosione
Ciò che è importante sapere, per non scatenare il panico, è che quando si parla di esplosione, non si intende una deflagrazione in grado di generare uno spostamento d'aria importante, come nel caso di una bomba. L'esplosione si traduce nel fatto di generare fiamme, che possono intaccare i materiali plastici con cui questi dispositivi sono realizzati e quindi aggiungere al rischio dell’incendio quello dell’intossicazione da fumo.
Nell'istituto scolastico di Milano, verosimilmente, i materiali chimici che sono all'interno dei pacchi batterie sono venuti in contatto tra loro, generando un surriscaldamento che ha portato all'esame, ma potrebbe esserci anche stato un cortocircuito fortuito generato da un oggetto metallico, come una graffetta, all'interno dello zaino.
Perché una powerbank può esplodere?
Quando si utilizzano componenti elettronici, in abbinamento con elementi chimici, il tema base è rappresentato dalla qualità con cui questi elementi vengono combinati. Le Powerbank vengono vendute in migliaia di modelli, quasi tutti di provenienza cinese, il cui principio di marketing è quello di ribasso sul prezzo.
Purtroppo, però, i rischi connessi all'utilizzo di questi apparati espone a rischi non secondari quando il costo del dispositivo diventa l'unica discriminante di scelta. I prodotti di qualità contengono dei dispositivi integrati di sicurezza, che rendono praticamente impossibile un episodio come quello vissuto ieri a Milano. La stessa cosa vale per la separazione degli elementi chimici all'interno dei pacchi batterie, altro dettaglio che costituisce un rischio importante, perché la qualità costruttiva della batteria può fare la differenza.
L'evento di ieri a Milano, seppur eclatante, rimane comunque un caso eccezionale, fortuito e molto raro. Nonostante questo, l'occasione è comunque utile per raccomandare massima attenzione quando si comprano oggetti che contengano pacchi batterie, non vale solo per il prodotto più banale come la Powerbank, ma anche e soprattutto con monopattini e biciclette elettrici. Mai come in questo segmento, il prezzo non è tutto, affidatevi a marchi di comprovata garanzia.
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