Avvertenze sanitarie riportate sulle etichette del vino, come accade già per le sigarette. L’Irlanda potrebbe diventare il primo Paese europeo ad adottarle, con un via libera che arriva dall'Unione Europea nonostante i pareri contrari di Italia, Francia, Spagna ed altri sei Paesi, che considerano la misura una barriera al mercato interno.
LA PROPOSTA DI DUBLINO
“Il consumo di alcol provoca malattie al fegato” o ancora
“alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. Queste alcune delle frasi che gli irlandesi potrebbero trovare sulle bottiglie di vino, birra e liquori. Alcolici che per Dublino rappresentano
“un’emergenza sanitaria nazionale”, tanto che per ridurne i consumi, aveva già chiesto ed ottenuto, nel 2016 e nel 2018, il via libera europeo a misure sempre più stringenti, nel suo territorio, in termini fiscali e di prezzo. Ora si punta all'etichettatura, materia delicata su cui, in Europa, si dibatte già da tempo. Solo un anno fa il Parlamento Ue aveva deciso di non procedere verso l’introduzione di un’etichettatura di allarme, evidenziando che c’è differenza tra abuso e consumo moderato di bevande alcoliche. Ma lo scorso giugno era arrivata la notifica di un progetto di legge irlandese per apporre gli avvertimenti sulle bottiglie nel Paese. Trascorso a fine dicembre il periodo di moratoria di sei mesi, Bruxelles ha autorizzato Dublino ad adottare la normativa.
PARERE NEGATIVO DA 9 PAESI
Un ok che arriva nonostante i pareri negativi espressi da Italia, Francia, Spagna - principali produttori di vino in Europa, per cui rappresenta una tradizione ed un'eccellenza enogastronomica - ai quali si erano aggiunti altri sei Stati Ue. Nonostante riguardi solo l'Irlanda infatti, la scelta segnerebbe, secondo chi la critica, un precedente che potrebbe spronare a percorrere la stessa via anche altri Stati, soprattutto quelli del Nord Europa, in cui si registrano importanti consumi di alcol.
POLEMICHE ANCHE IN ITALIA
Di decisione
"assurda" ha parlato il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che su Twitter ha annunciato che chiederà
"l'intervento della Commissione Ue sul Wto". Una scelta
"gravissima" anche per il Ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida. "
Crediamo che si miri non a garantire la salute ma a condizionare i mercati e che la spinta in questo senso viene da nazioni che non producono vino e dove si abusa di superalcolici" ha affermato.
"Si vuole equiparare il vino ai superalcolici" ma il vino
"utilizzato in modo moderato è un alimento sano". Per Coldiretti si tratta di un
“attacco diretto all'Italia, principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato”, di cui più della metà proprio all’estero, con il 2022 che ha fatto registrare un record storico. Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv) Lamberto Frescobaldi invece,
"il silenzio assenso, che di fatto corrisponde a un via libera, di Bruxelles a Dublino" sulle etichette degli alcolici
"rappresenta una pericolosa fuga in avanti da parte di un Paese membro".