Ex Ilva: nuove perquisizioni dei carabinieri nello stabilimento siderurgico, la Procura indaga su emissioni
Ex Ilva: nuove perquisizioni dei carabinieri nello stabilimento siderurgico, la Procura indaga su emissioni Photo Credit: agenziafotogramma.it
10 gennaio 2024, ore 13:03
I magistrati di Taranto procedono per inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose: sotto i riflettori sono finite le periodiche fuoriuscite di benzene dal 2018 a oggi dell'impianto
L'inchiesta
L'ordinanza firmata dai pm Mariano Buccoliero e Francesco Ciardo con cui è stata disposta l'ispezione rientra nell'inchiesta condotta "a carico di persone note aperta nei confronti dei gestori dello stabilimento siderurgico di Taranto, per inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose. Sotto i riflettori sono finite le emissioni dal 2018 ad oggi, in pratica nel periodo di gestione di Arcelor Mittal. Da mesi le emissioni di benzene nell'atmosfera sono sotto osservazione: sia le autorità sanitarie, sia l'Arpa Puglia hanno evidenziato un aumento delle concentrazioni di questo gas inquinante. Nonostante non si sia finora superato il valore soglia fissato dalla norma, 5 microgrammi per metro cubo d'aria come media annuale, sono tuttavia i picchi periodici di benzene e la particolarità della situazione ambientale di Taranto a richiedere, per le autorità sanitarie e gli organi di vigilanza, un supplemento di attenzione".
Governo al lavoro sul futuro dell'ex Ilva
Dal punto di vista della vertenza infinita, si lavora all'uscita di Arcelor Mittal dalla proprietà dello stabilimento con l'obiettivo di salvare gli impianti e soprattutto i lavoratori. Gli indiani sarebbero disponibili a diluire la loro quota in Acciaierie d'Italia dal 62% al 34%. Domani invece i sindacati sono stati convocati dal governo a Palazzo Chigi. Sono due le ipotesi allo studio del governo: l'amministrazione straordinaria o l'amministrazione controllata.
Lotta politica
Sul piano politico, intanto, si consuma lo scontro tra Carlo Calenda e il Movimento 5 Stelle in un rimpallo di responsabilità sul destino della più grande acciaieria d'Europa ora a rischio chiusura. Una bella patata bollente per il governo Meloni che ora è al lavoro per trovare la soluzione che porti meno danni possibili, soprattutto punti a evitare contenziosi infiniti e dispendiosi. Dopo le parole del ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, che assicura che "il Governo e quindi lo Stato è in campo, oggi più che mai, per salvare e rilanciare la siderurgia italiana", il sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci, aggiunge che tra le ipotesi di liquidazione volontaria, "assurda" dice, e composizione negoziata, "penso che alla fine si andrà verso l'amministrazione straordinaria", ma "è chiaro che dopo si deve iniziare un percorso, è importante il cambio dell'assetto manageriale e il piano industriale".