F1, 35 anni fa moriva Elio De Angelis, promessa dell'automobilismo italiano

F1, 35 anni fa moriva Elio De Angelis, promessa dell'automobilismo italiano

F1, 35 anni fa moriva Elio De Angelis, promessa dell'automobilismo italiano


15 maggio 2021, ore 10:00

Perse la vita il 15 Maggio 1986 durante una sessione di test privati sul circuito Paul Ricard a Le Castellet a bordo della sua Brabham BT55

Nato a Roma il 26 Marzo del 1958, il giovane Elio mostrò da subito grande passione per i motori, ed a 14 anni cominciò a guidare i kart, con cui ottenne brillanti risultati, culminati con la vittoria del titolo europeo nel 1976. Il padre, ricco costruttore e campione di motonautica, gli regalò una Chevron con cui poté correre in Formula 3, dando il via così ad una carriera che lo portò fino alla Formula 1, dove debuttò nel 1979 al volante della Shadow. Durante l'annata arrivò settimo due volte, e nel Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est conquistò un quarto posto.  Il patron della Lotus, Colin Chapman, accortosi del suo talento, lo ingaggiò per la stagione successiva. De Angelis rimase in Lotus per 6 stagioni, conquistando 2 vittorie e 3 pole position.


Il passaggio alla Brabham

Al termine della stagione 1985, disputata con Ayrton Senna come compagno, capì che il team inglese era totalmente concentrato sul brasiliano, e decise quindi di passare al team Brabham, come sostituto del due volte Campione del Mondo Nelson Piquet. La vettura, però, era un'automobile totalmente nuova e talmente bassa da essere soprannominata "sogliola":  si rivelò poco competitiva e non riuscì a riportare la squadra ai livelli dei primi anni ottanta.] Nei primi Gran Premi non andò oltre l'ottavo posto in Brasile e fu costretto a partire ultimo a Monaco.  De Angelis lavorò duramente per contribuire agli sviluppi della macchina. Il pilota, però, era sempre più deluso dalla BT55, ritenendola inoltre poco sicura.


L'incidente mortale

Durante una serie di prove sul circuito francese di Paul Ricard a Le Castellet, l'alettone posteriore della BT55 si staccò mentre De Angelis procedeva ad alta velocità, facendo perdere stabilità al retrotreno della vettura, che, dopo diversi cappottamenti, finì contro una barriera e prese fuoco. Diversi piloti, tra cui Alan Jones e Nigel Mansell, si fermarono a prestare soccorso e Alain Prost cercò di estrarre il romano dall'abitacolo nonostante le fiamme, senza riuscirvi. Soltanto dopo diversi minuti i commissari e alcuni meccanici giunti a piedi dai box e privi di tuta ignifuga, riuscirono a tirare fuori De Angelis dall'abitacolo.  L'impatto non uccise il pilota, ma provocò gravi danni alla testa e il distacco della colonna vertebrale, oltre alla frattura della clavicola e alcune bruciature; De Angelis morì a causa dell'asfissia provocata dal fumo dell'incendio, essendo rimasto intrappolato nell'abitacolo per sette minuti, anche a causa della mancata prontezza dei soccorsi e dei vigili del fuoco. Trasportato all'ospedale di Marsiglia, vi spirò il giorno dopo. Le spoglie del pilota riposano nel cimitero del Verano, a Roma.


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