Fa disperdere le ceneri del marito senza dire niente alla figlia: donna condannata a un risarcimento di 50mila euro

Fa disperdere le ceneri del marito senza dire niente alla figlia: donna condannata a un risarcimento di 50mila euro

Fa disperdere le ceneri del marito senza dire niente alla figlia: donna condannata a un risarcimento di 50mila euro   Photo Credit: fotogramma.it


08 luglio 2024, ore 21:00

Per vent’anni ha fatto credere alla figlia che nell’urna ci fossero le ceneri del marito, invece le aveva disperse all’insaputa di tutti

Cosa è accaduto?

Questa particolare vicenda ha luogo a Milano, dove per vent’anni una donna ha fatto credere alla propria figlia che le ceneri di suo marito fossero nell’urna. Lei invece le aveva fatte disperdere. L’urna era vuota, la donna aveva disperso i resti del defunto senza dire niente a nessuno. Nel 2014, dopo alcuni screzi tra madre e figlia, la prima ha cominciato a impedire alla seconda di salire in casa per onorare l’urna funeraria del padre. In seguito la scoperta: la madre, senza che il defunto avesse lasciato un consenso in merito, aveva disperso le ceneri, facendo credere alla figlia che fossero ancora nell’urna.

La denuncia e la sentenza

La figlia ha quindi deciso di denunciare la madre e la sentenza, da parte della X sezione del Tribunale civile di Milano, ha riconosciuto la lesione del “diritto secondario di sepolcro”: “facoltà di accedere alla tomba per compiervi gli atti di culto e di pietà verso le salme dei propri congiunti, nonché il diritto di impedire atti che turbino queste pratiche” e un risarcimento di 50mila euro per danni non patrimoniali.

Nella sentenza, il giudice Damiano Spera ha anche sottolineato che il diritto dei familiari di avere un luogo dove onorare il defunto è protetto dall’articolo 19 della Costituzione (che riguarda la libertà religiosa) e dall’articolo 2, “in quanto «inalienabile ed intangibile esplicazione di un diritto della personalità”.

Sono state messe in evidenza il mancato rispetto delle volontà del defunto e il diritto della figlia di essere informata sull’intenzione della madre di spargere le ceneri. La figlia ha quindi subito una “privazione del culto del defunto” scoprendo solo dopo vent’anni che l’urna, contenente le ceneri del padre, era vuota.



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