Falsi marchi: un italiano su 4 compra contraffatto

Falsi marchi: un italiano su 4 compra contraffatto

Falsi marchi: un italiano su 4 compra contraffatto


30 maggio 2024, ore 14:16

Nel 2023 il costo dell’irregolarità è arrivato a quasi 39 miliardi di euro

L’anno scorso ha visto le imprese commerciali in difficoltà a fronte di una spesa di 38,6 miliardi di euro in beni illegali, tra commerci abusivi e contraffazione. A rischio il posto di lavoro di 268 mila regolari esercenti. Un’indagine di Confcommercio-Format Research, esposta durante l’evento “Legalità, ci piace!”, giornata nazionale creata dalla Confederazione a sostegno della legalità, è emerso che il costo dell’abusivismo del commercio ammonta a 10,4 miliardi, quello mentre abusivismo nella ristorazione a 7,5 miliardi, nella contraffazione a 4,8 miliardi. Il taccheggio invece ha pesato 5,2 miliardi. Mentre costi che ha provocato la criminalità in generale, tra spese per la difesa e assicurazioni arrivano a toccare i 6,9 miliardi. Sono invece stati spesi 3,8 miliardi di euro nell’ambito della cybercriminalità.

Per gli imprenditori la grande paura dell’esposizione alla criminalità

Più di un imprenditore su tre afferma di temere la criminalità. In aumento i fenomeni dell’usura, della violenza, del vandalismo e dei furti, fattore che preoccupa maggiormente i commercianti. Un quinto degli esercenti, in particolare nel sud Italia, afferma di temere in soprattutto il fenomeno dell’usura e del racket. Circa il 27% dichiarano inoltre che, di fronte ad un episodio di criminalità simile, non saprebbero come comportarsi. Più della metà dei commercianti italiani ritiene di essere penalizzata dall’abusivismo che causano concorrenza sleale e riduzione dei ricavi.

Gli italiani e il contraffatto

Dall’indagine emerge che un consumatore italiano su quattro ha acquistato almeno una volta nella vita un prodotto contraffatto o ha usufruito di un servizio illegale. Di questi, la maggior parte ha acquistato su piattaforme web.

Tra i prodotti contraffatti più acquistati rientrano capi di abbigliamento, pelletteria, calzature, articoli tecnologici, profumi, cosmetici, e parafarmaci. Invece tra i servizi principali acquistati emergono quelli di intrattenimento, come piattaforme per musica e film. Dall’indagine inoltre emerge che le motivazioni che spingono gli italiani ad acquistare prodotti o servizi illegali sono principalmente quelle economiche. Si pensa così di effettuare un buon affare, sottovalutando le sanzioni amministrative a cui si potrebbe incombere.


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