Fase 2, neurologo Sorrentino, dovremo convivere con la paura, che aumenta il nostro senso di responsabilità
Fase 2, neurologo Sorrentino, dovremo convivere con la paura, che aumenta il nostro senso di responsabilità
04 maggio 2020, ore 16:22
Il professore Rosario Sorrentino ha invitato a dare tempo al cervello di adattarsi, il coronavirus ha inceppato le nostre certezze e ci riscopriamo più solidali. Una paura consapevole può essere una risorsa.
Comincia oggi la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza coronavirus e si tratta di un passaggio delicatissimo. Il professore Rosario Sorrentino, neurologo, ha commentato su RTL 102.5 il difficile equilibrio da mantenere tra il desiderio di normalità e le cautele necessarie. Il professore ha fornito subito l’esempio del ritorno da una lunga vacanza; cambiano drasticamente le nostre abitudini, bisognerebbe tornare due giorni prima per dare tempo al cervello di riconfigurare l’approccio ad una realtà che è cambiata. “Ci sentiremo un po’ disorientati, confusi e frastornati, già ce ne stiamo accorgendo” ha aggiunto Sorrentino.
Sorrentino: “Diamo tempo al cervello di adattarsi alla Fase 2”
Il consiglio del professor Sorrentino è quello di evitare uno ‘stop and go’, ovvero passare velocemente dalla fase di lockdown a quella in cui vogliamo dimostrare a noi stessi che si può ripartire con frenesia. Bisogna dare il tempo al nostro cervello e alla nostra mente di adattarsi e scoprire due aspetti importanti. In primis, che siamo più flessibili di quanto immaginiamo. E poi che ci siamo liberati di una moltitudine di falsi bisogni e necessità, alleggerendo quella zavorra esistenziale che ci voleva tutti condizionati e omologati.
Gli effetti del lockdown sulla mente
Nella fase di lockdown degli ultimi mesi ci sono state persone che hanno mantenuto gli stessi ritmi e i medesimi orari, con soltanto qualche piccolo scombussolamento. Altri individui hanno invece preso questo periodo come una lunga vacanza, alterando i tempi dell’andare a dormire e alzandosi la mattina in orari inconsueti. Il sonno è importantissimo in questi casi, poiché ci dà vigore ed equilibrio, perciò queste persone avranno maggiori difficoltà. Dovranno resettare ulteriormente questo cambio di necessità, stimoli e sollecitazioni. “Questo periodo ci ha dato un’opportunità importante, ci ha messo tutti con i piedi per terra, facendoci capire quanto siamo fragili e vulnerabili”, ha aggiunto il professor Sorrentino. Il nostro senso di onnipotenza si è ridimensionato; questo ci pone in una condizione in cui ripartiamo tutti da zero. Il coronavirus si è dimostrato democratico, nel senso dell’aver contagiato tutti e non aver guardato in faccia nessuno. Ha inceppato le nostre pseudo certezze, rendendoci più saggi, più prudenti ed umili. Possiamo dunque sentirci più “noi” che “io”, facendo scattare una solidarietà vera e non soltanto dichiarata.
La convivenza con la paura
Per la claustrofobia forzata, si sono scoperte forme di disagio mentale non diagnosticate precedentemente in alcune persone. Il forte stress ha messo a dura prova le capacità di adattamento, facendo emergere attacchi di panico o ansia generalizzata. Nei mesi a venire bisognerà imparare a convivere con la paura. Questo sentimento, se consapevole e cosciente, può diventare una risorsa per tutti noi. “Può essere un punto di riferimento, un traghettatore nella nostra vita, che ci possa indicare la traiettoria e il percorso”. La paura consapevole, infatti, non è quella scomposta che può dare luogo alla rabbia e ai conflitti. Al contrario ci rende più lucidi e più responsabili, che è la parola chiave di questa Fase 2. La sensazione di essere in pericolo noi stessi, con una paura cosciente, fa scattare il senso di responsabilità nei confronti degli altri. Il professor Sorrentino ha poi sottolineato come siamo bravi ad intervenire una volta che si entra in una fase di emergenza, ma dovremo esserlo altrettanto nel prevenire. “Vuol dire mettere in campo delle risorse e degli automatismi di comportamento, che ci aiuteranno a risollevarci e ad attivare il piano B del cervello per non soccombere, ovvero la resilienza”.