Federico Mollicone, Fratelli d’Italia: «Il centro-destra unito funziona. Serve riflessione sull’affluenza ai seggi»

Federico Mollicone, Fratelli d’Italia: «Il centro-destra unito funziona. Serve riflessione sull’affluenza ai seggi»

Federico Mollicone, Fratelli d’Italia: «Il centro-destra unito funziona. Serve riflessione sull’affluenza ai seggi»


10 giugno 2024, ore 02:43

Federico Mollicone è stato ospite di RTL 102.5 in compagnia di Enrico Galletti e Alberto Ciapparoni, per commentare le prime proiezioni relative ai risultati delle elezioni europee

Una crescita rispetto alle elezioni politiche

Rispetto al 26% delle elezioni politiche, secondo le prime proiezioni, il partito di Giorgia Meloni, avrebbe raggiunto almeno il 28,5%. Ai microfoni di RTL 102.5, Federico Mollicone, ha commentato: «È sicuramente è un risultato molto importante, stiamo parlando ancora di proiezione al 18% ma già cominciano a fare tendenza. Ora aspetteremo e confermeremo ovviamente il nostro ottimismo, siamo sicuramente contenti con i dati effettivi, ma se la tendenza è questa, è un gran risultato. Del resto è un gran risultato anche quello che sta avvenendo in Europa, dove le forza di centro-destra battono quelle di centro-sinistra, ovviamente con le dovute differenze sia a destra che a sinistra».

Il Partito Democratico sempre più vicino

In merito alla riduzione del distacco con il Partito Democratico, Mollicone ha rivelato: «Sono delle situazioni completamente diverse. C’è stata anche una scarsa partecipazione al voto, come sappiamo, e le politiche sono molto più sentite rispetto alle europee, fermo restando che dobbiamo ancora aspettare i dati definitivi, perché se crescesse ancora, come sta facendo questa tendenza, probabilmente saremmo più o meno sullo stesso divario. Al di là di questo, sicuramente il Partito Democratico ha recuperato a sinistra, svuotando il Movimento 5 stelle che ormai sta alla pari di Forza Italia e questo è un altro dato politico molto importante per il centro-destra».

Un parere sulle dinamiche di governo

«In realtà, come ha detto il premier Meloni, non si pensa a rimpasti o cose del genere. Il tema è che c’è un riequilibrio all’interno della stessa coalizione e il dato politico sinceramente più importante è proprio nei confronti del 5 Stelle, che era dato in grande ascesa addirittura nei confronti del Partito Democratico, e invece ha subito un crollo. Vedere Forza Italia, allo stato attuale e poi vedremo i dati definitivi, alla pari con Movimento 5 Stelle, che era data per spacciata, vuol dire che la strategia di un centro-destra a più sfumature funziona e ha convinto gli italiani» ha commentato Mollicone riguardo a possibili cambi degli equilibri di governo.

Calo di affluenza: è possibile riconquistare i cittadini al voto?

Ai microfoni di RTL 102.5, si è parlato anche della percentuale di affluenza raggiunta, pari al 49,6% degli aventi diritto di voto, quindi meno di un italiano su due si è recato alle urne. Facendo riferimento al dato, Federico Mollicone ha espresso la sua opinione: «Io penso che sia molto anche un problema contestuale, la bella stagione, il caldo, il fine settimana di sole, quindi anche molto di situazioni così. C’è anche disattenzione ovviamente alla politica e bisogna recuperare questa. Detto questo, ricordo che, per l’articolo numero 48 della Costituzione, il voto è un dovere civico e addirittura ci fu un dibattito, tra i costituenti, tra chi lo voleva obbligatorio e basta, e chi diceva che doveva essere più una discrezionalità. Pensate che fino al ’93, quando c’è stata poi una riforma, c’erano le sanzioni per chi non andava a votare. Ora credo che ognuno di noi è libero di non esprimere il proprio voto, quindi magari di andare al seggio e, come è già possibile fare, non ritirare la scheda e quindi anche il non voto è possibile. Credo però che si debba andare a votare, perché secondo me è più un dovere che un diritto, dipende anche da questo secondo me, da una riforma costituzionale per sancire il fatto che uno va votare, vota quello che gli pare, compreso il non voto però ai seggi bisogna andare. È un po’ anche un problema culturale, più che costituzionale».


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