Federico Rampini racconta perché il nostro futuro passa dall'Africa su RTL 102.5 Photo Credit: agenziafotogramma.it
23 settembre 2023, ore 10:29
Ai microfoni di Non Stop News il giornalista presenta il tema del suo nuovo libro "La speranza africana", commentando la situazione critica degli sbarchi del nostro Paese
Il giornalista e saggista italiano naturalizzato statunitense Federico Rampini racconta il suo nuovo libro edito da Mondadori “La speranza africana”, in uscita in un momento storico caratterizzato da numerosi sbarchi sulle coste italiane.
La potenzialità della terra africana
"In un mondo che decresce, l'Africa è una fabbrica di giovani e anche una terra piena di risorse naturali, economiche e minerarie di cui avremmo bisogno tra l'altro per la nostra transizione verso un'economia meno carbonica e più sostenibile". Inizia così il suo intervento a Non Stop News su RTL 102.5 Federico Rampini. Al contrario dal pensiero comune, Rampini afferma che il continente africano abbia molto da dare a noi europei: "È anche una terra molto più gioiosa e creativa di come ce la presentano, soprattutto in Italia". "C'è qualcosa che gli africani ci stanno dicendo su loro stessi e che in genere non vogliamo ascoltare perché ci interessa solo il lato apocalittico" conclude.
La "bomba migratoria"
È possibile uscire da questa narrativa storica nella quale viviamo che dipinge l'Africa come una bomba migratoria? Rampini risponde che per uscirne, la soluzione è utilizzare la propria memoria storica e uno sguardo critico sulle previsioni Onu sulla situazione del continente. La bomba demografica cinese e indiana sono stati alcuni esempi di eventi storici narrati come apocalittici, "ma vediamo che i comportamenti demografici su tutto il pianeta si modificano e si adattano". Negli ultimi anni l'Onu ha corretto al ribasso le proiezioni sulla demografia africana: molte giovani ragazze che si spostano dai villaggi ai centri abitati più grandi, sono la ragione di un'inizio di una denatalità africana.
Il ruolo italiano nella questione
l'Italia si colloca come una media potenza all'interno della questione, poiché la nostra nazione, secondo Rampini, si macchia della colpa di aver abbandonato l'Africa non solo dal punto di vista degli aiuti umanitari ma di aver investito soldi "per la ricostruzione post bellica, ma che molto spesso sono finiti in conti svizzeri di oligarchi africani. L'Africa ha bisogno di noi".
Negoziare con i dittatori?
"Quello che viene adottato nei confronti dell'Africa io lo definisco estremismo umanitario": una sorta di rigidità da parte degli italiani nell'applicare i diritti umani nella loro nazione. Questo estremismo nell'applicare i nostri principi etici nella loro cultura secondo Rampini è estremo: "Visto con gli occhi degli africani questo atteggiamento è una nuova forma di imperialismo culturale".