10 novembre 2024, ore 13:09 , agg. alle 13:30
Il giovane è stato denunciato per l'omicidio colposo del cugino nella notte tra venerdì e sabato
A un certo punto della serata è spuntata la pistola, probabilmente passata di mano in mano tra i ragazzi con curiosità. Con quella pistola Renato Caiafa, il diciannovenne fermato per l'omicidio di Arcangelo Correra, avrebbe scarrellato, ossia tirare all'indietro il carrello dell'arma, ossia la parte superiore del corpo della pistola, per fare saltare fuori un colpo. Un colpo invece poi è stato esploso da quella pistola Beretta, lo stesso che è costato la vita a Correra. È successo tutto nella notte tra venerdì e sabato nel cuore di Napoli, nel quartiere Tribunali. Il giovane è stato portato all'Ospedale Vecchio Pellegrini ma non c'è stato nulla da fare. Nella tarda serata di sabato è stato emesso il decreto di fermo nei confronti di Caiafa dalla Procura di Napoli, dopo che il giovane si era presentato di sua sponte in Questura. Al diciannovenne vengono contestati i reati di porto illegale d'armi e ricettazione dell'arma, poi recuperata e sequestrata. Gli accertamenti sono ancora in corso. Per l'omicidio colposo, invece, Caiafa è stato denunciato e si trova ora nel carcere di Poggioreale.
La dinamica
È la notte tra venerdì e sabato. Renato Caiafa è il fratello di Luigi Caiafa, ucciso nel 2020 da un poliziotto durante una rapina; si trova insieme ad Arcangelo Correra. I due sono come fratelli, da quanto ha raccontato lo stesso Caiafa. Scarrellando la pistola, probabilmente per gioco, parte accidentalmente un colpo che colpisce Correra alla fronte. Parte la corsa in ospedale, con l'aiuto di un altro amico in scooter, ma non c'è nulla da fare.
La confessione
Caiafa si è presentato spontaneamente in Questura, raccontando della dinamica dell'incidente. Gli investigatori stanno ricostruendo la dinamica dei fatti. Anzitutto perché quella pistola si trovasse lì e dove Caiafa l'avesse presa. "L'ho trovata" avrebbe raccontato. "Non aveva capito cosa avesse fatto" racconta la zia, la stessa che lo avrebbe convinto a presentarsi per spiegare tutto.
"Troppo facile trovare armi"
"Da soli non possiamo farcela" dice il questore di Napoli Maurizio Agricola. ''Tutto è migliorabile e lavoreremo con la prefettura su come rendere più efficaci prevenzione e repressione anche se su questo punto vorrei non sfuggisse la capacità di risposta delle forze dell'ordine: gran parte dei delitti compiuti sono stati risolti rapidamente, segno che la conoscenza del territorio è profonda da parte degli investigatori. Ma da soli non possiamo farcela, occorre una azione multidisciplinare, senza un'azione sinergica che veda in campo anche scuola, famiglia e istituzioni tutte, non ce la si fa". Agricola parla di un problema sociale da affrontare insieme. "Purtroppo è facile trovare armi anche nel dark web, come ha spiegato di recente il procuratore, Nicola Gratteri''.