30 agosto 2024, ore 11:39
"Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa" ha dichiarato l'uomo fermato
Il sospettato è stato rintracciato dai Carabinieri e fermato in un'abitazione nel Bergamasco. Secondo gli investigatori sarebbe l’uomo ripreso dalle telecamere di Terno d’Isola mentre si allontanava velocemente in bicicletta dalla scena del crimine. E sempre secondo le prime informazioni il sospettato, un trentunenne italiano disoccupato, avrebbe ucciso Sharon senza un apparente motivo. L'omicidio infatti non sarebbe legato né a un tentativo di aggressione sessuale, né a una rapina, né a questioni di droga. Anzi, a quanto risulta l'omicida non avrebbe avuto nessun legame con la vittima. Si tratterebbe di una persona con problemi psichici non certificati che avrebbe motivato il gesto come un raptus di follia. L’uomo ha altri precedenti per aggressione ma non legati a questioni di criminalità o spaccio.
Il sospettato
Le indagini sono proseguite nell'ultimo mese anche a partire dalle immagini delle telecamere di Terno d'Isola, in cui si vedeva un uomo abbandonare velocemente la scena del crimine in bicicletta. Quell'uomo sarebbe il trentunenne identificato nella notte, Moussa Sangare il suo nome, nato in Italia e di origini ivoriane. Fermato, come ha motivato la procura, anche per il rischio di reiterazione del reato. Si tratta di un pregiudicato italiano disoccupato, con dei precedenti per aggressione. Dalle prime informazioni l'uomo non conosceva la vittima, e nemmeno ci sarebbe stato un movente. "Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa" ha dichiarato Sangare. L'uomo, disoccupato, è nato a Milano e residente a Suisio, a pochi chilometri di distanza da Terno d'Isola, il paese della Bergamasca dove lo scorso 30 luglio si è consumato l'omicidio.
Le indagini
La procura di Bergamo aveva fatto sapere nelle scorse ore di essere vicina alla risoluzione del caso. Tutto mentre le indagini proseguono su più fronti, incluso quello della ricerca dell'arma del delitto. Indagini su cui il compagno della vittima, Sergio Ruocco, aveva espresso delle perplessità, in modo particolare rispetto alle tempistiche sulla ricerca dell'arma. "Mi sembra un po' tardi adesso. Andava fatto prima? Secondo me sì. Si vede che prima avevano cose più urgenti da controllare probabilmente, ma non è il mio lavoro, non posso giudicare". Proprio in procura nelle prossime ore si terrà una conferenza stampa.