Figli del rock: Elijah Hewson sfida papà Bono, Nicholas Collins prende il posto di Phil dietro i tamburi dei Genesis
Figli del rock: Elijah Hewson sfida papà Bono, Nicholas Collins prende il posto di Phil dietro i tamburi dei Genesis
16 aprile 2021, ore 15:30
agg. 19 aprile 2021, ore 12:35
Quando le star invecchiate devono confrontarsi con il ricambio generazionale, ma in casa. L’eroe del country Billy Ray Cyrus surclassato dalla figlia superpop Miley, mentre fu scontro totale fra i cantautori Tim e Jeff Buckley
Era contrario all’idea che il rampollo Elijah seguisse le sue orme nel mondo del rock, ma alla fine Paul Hewson - in arte Bono - si è dovuto arrendere. Perché il ragazzo, terzo in una nidiata di quattro, ha talento da vendere e lo dimostra con la sua band dublinese Inhaler, che a luglio pubblicherà l’album “It won’t always like this” e intanto si è fatta strada a suon di singoli. Elijah ha una voce che ricorda da vicino quella del padre superstar, la stessa attitudine sfrontata e, per sua fortuna, un gruppo che si ispira più a Joy Division e Stone Roses che non agli U2. Bono, a detta del ragazzo, si è convinto a dargli una mano, ma solo nel riconoscere se una canzone spacca o è ciarpame.
VITA COMPLICATA IN FAMIGLIA A DUBLINO
Di certo, la Nemesi si diverte con Bono. La secondogenita Eve, da ragazzina, gli rubava l’agenda e faceva scherzi telefonici a tutti gli amici celebri. Justin Timberlake stette al gioco e rispose in modo appropriato. Divenuta adolescente, Eve faceva ammattire il padre rimorchiando i giovani musicisti di supporto ingaggiati nei tour degli U2. Oggi, trentenne, è un’attrice affermata che ha recitato con Sorrentino, Spielberg e in questo periodo nella serie Netflix “Dietro i suoi occhi”.
LE INSIDIE DEL DNA
Ma tra cooptazione, emulazione o derby edipico, la scena musicale è un epos di legami di sangue. Delle decine di figli di Bob Marley solo Ziggy ha raggiunto un risultato discreto, ma il nume del reggae è rimasto inavvicinabile. Così come accaduto a Jakob Dylan (leader dei Wallflowers), che nel volto e nell’elusività svela il Dna di Bob. Julian Lennon, clone del padre John nell’aspetto e nel timbro vocale ma non nel genio, alla fine ha accettato il proprio destino “minore”, come il fratello Sean Ono: nessuno dei due ha prodotto opere indimenticabili. Stessa sorte per James McCartney, musicista come Paul, o Dhani Harrison, custode delle memorie di George. Meglio è andata a un poderoso batterista come Zak Starkey (ingaggiato da Who e Oasis), erede di papà Ringo Starr. O come Jason Bonham, che ebbe il privilegio di sedere dietro i tamburi del compianto genitore John nel concerto di riunione dei Led Zeppelin nel 2007. E quando finalmente i Genesis potranno affrontare il tour post pandemico, le bacchette saranno impugnate dal giovane Nicholas Collins, mentre Phil si limiterà a cantare. Solo in rari casi la discendenza si illumina al di là dell’ombra proiettata dai padri: come nel caso della diva ultrapop Miley Cyrus, uscita vincente dal confronto con Billy Ray, re del country. Mentre due campioni del cantautorato psycho-rock come Tim e Jeff Buckley non si frequentarono mai. Il padre non si prese cura del bambino, che una volta adulto ne superò l’arte, fino alla prematura morte nelle acque di un affluente del Mississippi.