Finisce un'era, fallimento controllato della Tupperware, il colosso degli iconici contenitori di plastica per il cibo
19 settembre 2024, ore 08:00
La notissima industria statunitense, che ha accompagnato diverse generazioni di famiglie in tutto il mondo, ha debiti tra 1 e 10 miliardi di dollari
Finisce un'era. La Tupperware, l'iconico colosso americano che ha prodotto contenitori di plastica per alimenti per diverse generazioni in tutto il mondo, ha deciso di presentare i libri contabili in tribunale. La celebre industria americana è stata costretta a chiede una procedura di fallimento controllato per evitare la bancarotta. "Da qualche anno la situazione finanziaria della società era gravemente colpita da un contesto macroeconomico difficile", ha detto, come riporta l'agenzia Ansa, Laurie Ann Goldman, amministratore delegato della società che ha presentato istanza di protezione, prevista dalla legge americana sui fallimenti, dopo giorni di indiscrezioni e voci incontrollate e mai confermate. Come abbiamo scritto in precedenza, quindi, finisce un'era e le colpe reali possono essere tante: dal cambiamento di modelli del marketing, ai riflessi delle restrizioni imposte dal Covid, fino ad arrivare ai ritmi frenetici della vita degli anni 2000.
Le prime difficoltà già nel 2020
Il destino di questi contenitori di plastica per il cibo, dai mille colori, a dire la verità, sembrava già segnato nel 2020, quando il gruppo statunitense si vide costretto a "ristrutturare" il proprio debito finanziario. Ora, la società fondata nel 1946 dal chimico Earl Tupper, dovrà trovare un nuovo acquirente per rilanciare il marchio e guardare al futuro in maniera differente rispetto al glorioso passato. "Abbiamo valutato diverse opzioni e alla fine abbiamo deciso che chiedere il capitolo 11 fosse la soluzione migliore. Questa ci permetterà una flessibilità essenziale, per consentirci di arrivare alla necessaria trasformazione digitale e tecnologica della nostra società, meglio posizionata sul mercato", ha aggiunto la Goldman. Dopo settimane di voci, incontrollate, martedì il titolo della Tupperware è stato sospeso alla borsa di New York. In precedenza, a metà agosto, il gruppo aveva dichiarato di dovere ancora "far fronte a problemi di liquidità importanti" e di "dubitare della propria capacità di proseguire le attività". Dal 2022 la Tupperware non ha pubblicato più i propri conti, dopo aver chiuso il bilancio con un fatturato sceso a 1,3 miliardi di dollari, ovvero 42% in meno del fatturato registrato nel 2017. Nei fascicoli depositati davanti al tribunale fallimentare del Delaware, Tupperware stima i suoi attivi fra 500 milioni di dollari e il miliardo e il suo passivo (capitali e debiti) tra uno e 10 miliardi di dollari. I creditori ammessi alla procedura sono stimati fra 50.000 e 100.000.