Finte cremazioni in Trentino, coinvolte 300 salme

Finte cremazioni in Trentino, coinvolte 300 salme

Finte cremazioni in Trentino, coinvolte 300 salme


18 aprile 2019, ore 22:00

Scoperto un capannone con resti umani e bare, le indagini su una cooperativa sociale in Valsugana

Anziché cremare le salme all'interno delle bare, le spostavano prima in sacchi di plastica e poi in scatole di cartone e, solo a quel punto, i resti venivano portati all'impianto crematorio. In questo modo avrebbero ottenuto un vantaggio economico dovuto ai minori costi di cremazione, stimato in circa 400 euro a salma. Questa l'ipotesi investigativa che ha portato la Procura di Trento a mettere sotto sequestro un capannone in stato di abbandono a Scurelle, in Valsugana, dove i carabinieri del Noe hanno trovato 27 bare contenenti resti umani provenienti da numerosi cimiteri del Veneto. Dalla documentazione amministrativa e ambientale sequestrata nel corso delle indagini, gli investigatori ritengono che negli ultimi mesi siano transitate dal capannone di Scurelle più di 300 salme. A finire nel mirino della magistratura, che indaga per vilipendio di cadavere e gestione illecita di rifiuti, una cooperativa sociale dell'Alta Valsugana che - questa l'ipotesi d'accusa - avrebbe depositato le bare presso il capannone di Scurelle dove le spoglie dei defunti sarebbero state tolte dalle casse funebri in legno e zinco per essere infilate in sacchi di nylon che venivano successivamente riposti in scatole di cartone che, una volta sigillate, venivano inviate al forno crematorio. Le bare, invece, dopo essere state sezionate e separate dalle parti metalliche, sarebbero state avviate a smaltimento in centri della zona. La scoperta è avvenuta in seguito alla segnalazione di alcuni operai che stavano lavorando in un cantiere vicino al capannone, da cui provenivano odori sgradevoli.