“Flow - Un mondo da salvare”, trama e recensione del cartoon che punta agli Oscar 2025
12 novembre 2024, ore 15:30
Il protagonista è un gatto abituato a vivere per conto suo e che si vede improvvisamente costretto a mettere da parte la sua indipendenza per sopravvivere
Silenzi assordanti, immaginati ammalianti e un'inquietudine di fondo che non lascia scampo.
Presentato nella sezione Un Certain Regard dell’ultima edizione del Festival di Cannes, è arrivato nelle sale italiane “Flow - Un mondo da salvare”, il cartoon diretto da Gints Zilbalodis che racconta il pianeta terra senza più umani ma popolato solo da animali e dove la natura ha preso il sopravvento su tutto. La pellicola animata è stata selezionata dalla Lettonia come film di bandiera agli Oscar 2025 nella categoria del miglior film straniero ma sembra evidente che non dovrebbe avere problemi a ricevere una nomination anche nella categoria del miglior film d’animazione.
FLOW, LA TRAMA DEL FILM
Il protagonista della storia è un gatto abituato a vivere per conto suo e che si vede improvvisamente costretto a mettere da parte la sua indipendenza per sopravvivere. In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l'arrivo dell'inondazione lo costringe infatti a mettersi in salvo su una barca che deve però condividere con un variopinto gruppo di animali, tra cui un lemure, un cane labrador, un capibara e un uccello che ricorda molti il serpentario.
Gli animali imparano a collaborare, ma per il gatto è una sfida estremamente difficile. L'esito però sarà sorprendente. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l'unione è la loro vera forza.
La tecnica utilizzata sfrutta l’ultima frontiera di Blender, il motore di rendering EEVEE: l’intero film è realizzato proprio grazie al noto programma di modellazione 3D, disponibile per chiunque da utilizzare in maniera assolutamente gratuita. Il risultato è un affresco fatto di dipinti e acquerelli che danno il senso fiabesco pur preservando quel realismo che rende tutto credibile.
FLOW, LA RECENSIONE
Alfred Hitchcock aveva teorizzato che un film per funzionare non ha bisogno dei dialoghi se possiede delle immagini potenti in grado di sostenere la narrazione. Un concetto simile è stato espresso anche qualche mese da Denis Villeneuve: “Non mi ricordo di un film grazie ad una battuta, mi ricordo di un film per la sua potenza visiva.”
La filosofia della supremazia dell’immagine a discapito della voce sembra trovare in “Flow” la massima espressione.
Un cinema della contemplazione, dove soprattutto nella prima parte le interazioni e l’azione è ridotta al minimo e dove si osserva il peregrinare di un semplice gattino che vaga tra la natura selvaggia. Un film d’animazione che sembra nutrirsi dello stile documentaristico tralasciando i canoni del cinema narrativo di finzione. Meraviglia e tensione, stupore e inquietudine. La trama è ridotta all’osso, non c’è il minimo dialogo, esattamente come non c’è traccia degli umani. La potenza di Flow risiede nella capacità di dialogare benissimo con tutto ciò che non mostra: Dove siamo noi? Che fine abbiamo fatto? Ci siamo estinti?
Forse una delle volontà di Zilbalodis era quella di mettere in guardia l’essere umano e sussurrare che se non si inverte la rotta rispetto alla tutela del nostro pianeta, il futuro sembra essere proprio quello messo in scena in Flow.
Il cartoon è stato messo a paragone a più riprese ad un altro titolo animato uscito recentemente, ossia “Il Robot selvaggio”. In entrambe le pellicole l’uomo non è presente e soprattutto, in tutte e due c’è un discorso sull’importanza dell’unione come soluzione per affrontare le difficoltà. Mettere da parte le diversità di visione per concorrere al bene comune cercando di sopravvivere.
FLOW AGLI OSCAR
La battaglia per riuscire a vincere l’Oscar 2025 come miglior film d’animazione sembra persa in partenza per “Flow” dal momento che secondo tutti i pronostici a ricevere la statuetta dovrebbe essere “Inside Out 2”. Il titolo della Disney/Pixar, oltre ad aver incassato cifre record al botteghino, si è attirato anche il plauso unanime di pubblico e critica. Ma per il film Gints Zilbalodis resta ancora aperta l’ipotesi di portare a casa il titolo come miglior film internazionale dove, qualora dovesse entrare nelle nomination, rappresenterà la Lettonia. Sicuramente però “Flow” merita un riconoscimento per il coraggio di mettere in scena tematiche così attuali e profonde in modo così delicato, inedito e potente. Riportare il linguaggio cinematografico alla sua forma più ancestrale, quella dove le immagini avevano la possibilità di comandare grazie alla loro forza e alla loro bellezza.