Folla in coda a Vicenza per rendere omaggio a Paolo Rossi, la camera ardente allo stadio Romeo Menti
Folla in coda a Vicenza per rendere omaggio a Paolo Rossi, la camera ardente allo stadio Romeo Menti
11 dicembre 2020, ore 16:13
Migliaia di persone rendono omaggio a un campione dentro e fuori dal campo; domani mattina i funerali al Duomo di Vicenza
SI TORNA A CASA
E’ la seconda metà degli anni 70, stadio Romeo Menti di Vicenza. Sugli spalti c’è un ragazzino, si chiama Roberto Baggio. Fa il tifo per il Lanerossi, insieme al papà la domenica percorre dodici chilometri in bicicletta per andare a vedere la squadra del cuore: Roby diventerà un grande campione, ma intanto fa il tifoso, ha un sentimento di grande ammirazione per un attaccante mingherlino ma letale: è Paolo Rossi. Che proprio a Vicenza diventa un calciatore professionista, segnando gol a ripetizione, prima in serie B poi in serie A. Su quello stesso terreno di gioco è stata allestita la camera ardente di Pablito. La bara è stata piazzata su un piedistallo rosso, sulla linea di centrocampo, sotto la tribuna centrale, circondata da numerosi mazzi di fiori.
UNA CITTA' IN LUTTO
Il pubblico si è disciplinatamente messo in fila, rispettando il distanziamento e tutte le norme anti Covid. Il sindaco di Vicenza ha proclamato il lutto cittadino. Alle finestre di diverse abitazioni è comparso il cartello “Rossi gol”, come ai vecchi tempi. Sono davvero tante le persone che hanno voluto salutare il loro beniamino: un campione nello sport e nella vita. Da calciatore Paolo Rossi ha conquistato il mondo, da uomo è rimasto con i piedi per terra, umile e gentile: un esempio di straordinaria normalità. Mai sul piedistallo, era disponibile con tutti. Quando ci parlavi, avevi sempre la sensazione che ti stesse ascoltando con attenzione, veramente interessato a ciò che stavi dicendo. Sono cose che il pubblico percepisce, per questo la gente gli ha voluto bene.
DOMANI I FUNERALI
Domani mattina alle 10.30 i funerali verranno celebrati nel Duomo di Vicenza, a pochi passi dalla bellissima Piazza dei Signori. Con le norme anti Covid l’accesso sarà limitato, altrimenti avremmo assistito a un autentico bagno di folla per il campione che nel 1982 ha regalato agli italiani il sogno mondiale. La tripletta al Brasile è entrata nella leggenda, così come l’esultanza del presidente Pertini nella notte di Madrid, quando in finale venne battuta la Germania. E domani nella Cattedrale saranno presenti tutti i suoi compagni che con lui conquistarono il mondiale. “Era come un fratello”, ha detto Antonio Cabrini; “Porterò con me l’immagine di Paolo che sorride dopo aver segnato un gol”, ha aggiunto Beppe Bergomi; “Senza di te soltanto buio” ha scritto Marco Tardelli.
IL DOLORE DI FEDERICA
Ha commosso tutti il racconto degli ultimi istanti di vita di Paolo Rossi attraverso le parole della moglie, Federica Cappelletti. Un racconto lucido e al tempo stesso carico di umanità. Oggi la vedova è tornata sulle sue parole di ieri e le ha spiegate così: “ La mia scelta di raccontare Paolo è la voglia di regalare un po' di Paolo a tutti, perché lui amava parlare con tutti, regalava un sorriso a tutti. Per questo ho preferito non chiudermi nel mio dolore straziante, ma parlarne, parlare del valore della condivisione. Parlare del donarsi agli altri. Non lo faccio per sfruttare la scia di questo sentimento: sento fortissimo un sentimento dall'Italia. L'ho conosciuto quando già aveva smesso di giocare: mi ha fatto innamorare con il suo sorriso ed ho recuperato rivivendo con lui quei momenti. In questo percorso di malattia difficile gli dicevo che questo sarà il nostro Mondiale, ma non ce l'abbiamo fatta".