12 novembre 2020, ore 09:00
Il figlio del 7 volte campione del mondo Michael scalpita: " Non sono pronto al 100% , ma ci sono vicino, è il mio sogno"
Campione della F3 europea nel 2018, leader attuale del campionato di F2 e quasi certo dell’approdo in F1 il prossimo anno da pilota titolare con il team Haas. L'avvicinamento al traguardo del debutto nella massima serie dell'automobilismo per il il figlio del 7 volte campione del mondo è stato finora impeccabile, nonostante le pressioni extra date dal pesante cognome che porta. Quest'anno, dopo un inizio di stagione difficile, Mick ha preso le misure e da Silverstone in poi non ha più sbagliato un colpo in campionato, andando sempre a punti e conquistando due vittorie e otto podi in 12 gare, non andando mai oltre il settimo posto al traguardo. Il primo approccio ufficiale con la F1 sarebbe dovuto avvenire, al Nürburgring, al volante dell’Alfa Romeo. Tuttavia la cancellazione delle PL1 nel weekend del GP dell’Eifel a causa delle avverse condizioni lo ha costretto a rinviare i suoi piani. Schumacher ha potuto comunque girare su una Ferrari del 2018 a Fiorano, prendendo confidenza con le vetture di quest’ultima generazione. Il giovane tedesco ormai si sente sicuro, e pronto al salto in Formula 1: “Mi sento chiaramente pronto per la Formula 1 negli ultimi anni ho sempre cercato di crescere come pilota e sono molto soddisfatto del mio sviluppo” ha sottolineato il leader del campionato di F2. “Il desiderio di diventare un giorno un pilota di Formula 1 è sempre stato profondamente radicato in me, ho messo tutto in secondo piano rispetto a questo desiderio. Test ad Abu Dhabi? Al momento è solo pura speculazione, quindi devo aspettare e vedere” ha concluso Schumacher.
Un percorso lungo e non facile
Schumacher è attualmente leader della classifica di Formula 2 con 22 punti di vantaggio su Callum Ilott e l’obiettivo di portare a casa il titolo sembra ad un passo quando al termine della stagione mancano soltanto le ultime 4 gare in Bahrain. Il figlio d'arte torna indietro con la mente e ricorda il debutto nei kart, quando correva con il nome della madre, Betsch. “Ad inizio carriera abbiamo cercato di tenerlo segreto così da cercare di avere la maggiore libertà possibile. Questo mi ha dato l’opportunità di crescere e capire come essere un ragazzo normale ed un pilota normale”. Poi il salto di qualità con il passaggio alle monoposto. "Ho voluto correre con il mio nome completo e sono orgoglioso di averlo sulla mia auto e sulla mia tuta. I media mi sono sempre stati addosso più che ad altri piloti, ma devo riconoscere che sono anche stati molto rispettosi. Se chiedo un po' di privacy me la concedono. Gli sono grato per questo. Mi sto godendo ogni giorno, mi sto solo divertendo. Mi sto godendo la guida, mi sto godendo il lavoro dietro le quinte e credo che questa sia davvero una delle chiavi che mi ha consentito di trovarmi in questa posizione. Ho avuto delle gare difficili, ho avuto degli alti e bassi, ma credo che questo mi abbia portato dove sono ora ed a sentirmi molto a mio agio in macchina”.